Con una decisione che certamente susciterà scalpore, Mozilla ha deciso di non dare seguito ad una richiesta pervenuta dal “Department of Homeland Security” (DHS) degli Stati Uniti, istituito dopo i tragici fatti dell’11 settembre 2001. Il dipartimento USA aveva richiesto a Mozilla di rimuovere un’estensione per il browser Firefox che consente di accedere rapidamente ai siti web bloccati dal governo a stelle e strisce. Non appena l’utente dovesse tentare la visita di un sito web reso inaccessibile secondo le disposizioni diramate dal DHS, Mafiaa Fire – questo il nome dell’add-on, provvede ad effettuare un reindirizzamento automatico verso il nuovo dominio aperto per sfuggire alle limitazioni introdotte.
Nei mesi scorsi, il DHS americano – attraverso la sua divisione “Immigration and Customs Enforcement” (ICE) – ha chiuso un gran numero di siti web sospettati di commercializzare o comunque diffondere brani musicali, materiale audiovisivo e prodotti contraffatti.
Nel caso dell’estensione Mafiaa Fire, Mozilla, non avendo ricevuto alcun ordine di blocco da parte del tribunale, ha ritenuto ragionevole non esaudire le richieste del DHS chiedendo, anzi, delle prove certe circa la presunta illegalità dell’add-on finito nell’occhio del ciclone.
“Al momento non abbiamo ottenuto alcuna risposta dal DHS e nemmeno un ordine da parte di alcun giudice“, ha dichiarato Harvey Anderson, vice presidente e consigliere generale di Mozilla. Secondo la società, insomma, sarebbe in gioco la libertà d’espressione sul web: prima di operare qualunque azione restrittiva, secondo il parere di Mozilla, ci vorrebbe un’ordinanza del tribunale. In caso contrario potrebbe parlarsi di tentativi di censura capaci di “minacciare l’intera Rete“.