Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto un provvedimento sanzionatorio nei confronti di tre società che effettuavano campagne di telemarketing telefonico senza rispettare le norme vigenti. Secondo quanto riferito dall’ufficio del Garante Privacy, le tre aziende tempestavano di chiamate un gran numero di abbonati contattando non soltanto coloro che avevano provveduto ad iscrivere la numerazione nel “Registro delle opposizioni” ma evitando anche di esporre l’identificativo del chiamante.
Dall’ufficio del Garante si spiega che le società “che forniscono servizi di call center per promuovere prodotti e servizi di altre aziende, avevano infatti contattato utenze telefoniche iscritte nel Registro delle opposizioni, non rispettando quindi le nuove norme sul telemarketing che considerano illecito l’utilizzo di questi dati. Inoltre, sempre in violazione di queste norme e di quelle del Codice in materia di protezione dei dati personali, avevano contravvenuto all’obbligo di presentare l’identificazione della linea chiamante. Il Codice privacy, in particolare, vieta espressamente ai soggetti che effettuano chiamate commerciali e promozionali di camuffare o celare la loro identità.”
Alla luce delle violazioni accertate durante l’istruttoria avviata nei mesi scorsi, il Garante – oltre a dichiarare illecito il trattamento dei dati effettuato dalle tre società – ha disposto una pesante misura di blocco che impedisce alle aziende sanzionate di utilizzare ulteriormente i dati raccolti “fino a quando esse non si metteranno in regola e invieranno agli Uffici dell’Autorità la documentazione che comprovi l’avvenuto adeguamento“. Il Garante Privacy Francesco Pizzetti si è poi riservato la possibilità di valutare l’eventuale irrogazione di una sanzione amministrativa aprendo anche dei “procedimenti nei confronti delle aziende che si sono avvalse dei servizi dei tre call center, per accertare la liceità dei trattamenti svolti“.
Le aziende citate nei provvedimenti del Garante (ved. questo comunicato) sono Call&Call Holding S.p.A., società che ha effettuato le chiamate pubblicitarie per conto di Reti Televisive Italiane S.p.A.; Seat Pagine Gialle S.p.A. e Tenacta Group S.p.A. (“hanno ammesso di aver effettuato le chiamate promozionali in assenza del prescritto riscontro presso il Registro pubblico delle opposizioni e di avere provveduto, solo a partire dall’agosto del 2011, ad adeguare i trattamenti a fini promozionali alla normativa vigente“); call center ed aziende operanti nel settore dell’arredamento.
Il “Registro delle opposizioni“, gestito e mantenuto dalla Fondazione Ugo Bordoni su incarico ministeriale ed in forza dell’emanazione del DPR 178/2010, è stato istituito il 1° febbraio 2011 e si propone come uno strumento per notificare a tutti gli operatori attivi nel settore del telemarketing la volontà di non ricevere più alcun genere di chiamata pubblicitaria per via telefonica. Il servizio è riservato a tutti i privati ed alle aziende che sono iscritti negli elenchi pubblici ma che non desiderano ricevere telefonate promozionali. L’utente può richiedere l’iscrizione al registro utilizzando una delle cinque modalità previste: compilazione di un modulo elettronico sul sito web, invio di un messaggio di posta elettronica, una semplice telefonata, l’invio della classica lettera raccomandata oppure la trasmissione di un fax.
Dal canto loro, gli operatori – ossia i soggetti (persone fisiche o giuridiche) che intendano avviare, mediante l’impiego del telefono, attività a scopo commerciale, promozionale o ricerche di mercato – dovranno registrarsi al sistema e comunicare la lista delle numerazioni che intendono contattare. La Fondazione Ugo Bordoni, gestore del servizio, provvederà a confrontare l’elenco fornito dall’operatore con la propria “black list” rimuovendo dalla lista comunicata tutti i numeri di telefono corrispondenti agli utenti iscritti al registro delle opposizioni.
Come si spiega sul sito, la lista così “filtrata” sarà messa a disposizione dell’operatore entro 24 ore dalla sua richiesta ed avrà validità quindicinale, in modo tale che venga utilizzato, per l’effettuazione delle chiamate, un elenco sempre aggiornato.
L’istituzione del “Registro delle opposizioni” supera la precedente normativa ed introduce il cosiddetto meccanismo dell'”opt-out“: coloro che non desiderano più essere contattati dagli operatori di telemarketing devono necessariamente iscriversi; in caso contrario vige il principio del “silenzio assenso”.