Il Garante Privacy del Regno Unito ha deciso di multare Facebook con una sanzione amministrativa pari a circa 622.000 euro, il massimo previsto dalla vigente normativa.
Il tema è quello legato all’ormai ben noto caso Cambridge Analytica: Facebook e Cambridge Analytica: cosa ha insegnato lo scandalo in tema di tutela della privacy.
L’autorità britannica ha concluso che Facebook ha di fatto permesso a soggetti terzi di scandagliare le informazioni personali appartenenti a milioni di utenti iscritti al social network senza il loro esplicito consenso.
La sanzione irrogata a Facebook è senza dubbio di poco conto per un colosso i cui ricavi annuali sono stimabili nell’ordine dei miliardi di euro. Il Garante Privacy d’Oltremanica ha però ammesso di possedere “armi spuntate” e la multa decisa è il massimo che è attualmente comminabile.
In ogni caso, viene sottolineato come Facebook sia venuto meno ai suoi obblighi di proteggere e salvaguardare i dati degli utenti e l’azienda abbia mantenuto un comportamento poco trasparente sull’incidente occorso.
Quella decisa nel Regno Unito è la prima sanzione pecuniaria che investe Facebook e che a questo punto sarà certamente seguita da ulteriori provvedimenti, sia dall’una che dall’altra sponda dell’oceano.
Facebook potrà comunque fornire ulteriori elementi a sua discolpa giustificando la decisione di permettere l’utilizzo indiscriminato, da parte degli sviluppatori di app, di permessi oggettivamente troppo ampi. Nel frattempo è emerso come la società fondata da Mark Zuckerberg abbia in passato garantito massima libertà d’azione a decine di aziende: Facebook lasciò a 61 aziende la facoltà di usare i permessi più ampi con le proprie app.