Il Broadband World Forum è tornato quest’oggi a Berlino e oggi cala il sipario sull’edizione di quest’anno dell’importante manifestazione durante la quale si è parlato di networking e delle rete a banda ultralarga del futuro.
A fare la parte del leone è stata ancora una volta Qualcomm che già nei giorni scorsi aveva presentato una serie di interessanti novità per quanto concerne le reti e la connettività 5G: Qualcomm presenta il nuovo SoC Snapdragon 675 per la fascia media oltre alle novità in tema di 5G e small cell.
Durante l’evento berlinese, i portavoce di Qualcomm – parlando del futuro delle reti WiFi – hanno spiegato che d’ora in avanti l’attenzione non sarà concentrata primariamente sul miglioramento delle velocità di trasferimento dati quanto invece sull’ottimizzazione della capacità della rete.
Da tempo stiamo registrando una continua evoluzione delle connessioni a banda ultralarga, anche in Italia. Le tecnologie GPON (Gigabit-capable Passive Optical Networks) per le reti FTTH (Fiber-to-the-Home) completamente in fibra ottica permetteranno, passando attraverso una serie di successive evoluzioni, di arrivare fino a 10 Gbps simmetrici (XGS-PON) per spingersi poi con NG-PON2 da minimo 4×10 Gbps in downstream in su.
È quindi fondamentale che le reti WiFi non perdano il passo da simili evoluzioni tecnologiche: diversamente i dispositivi connessi alla rete wireless di casa o dell’ufficio soffrirebbero di un locale collo di bottiglia quando la connessione dati offerta dall’operatore di telecomunicazioni offre prestazioni di molto superiori.
Ecco quindi che si sta lavorando sul concetto di WiGig migliorando di concerto anche l’efficienza spettrale (OFDMA): WiGig: cos’è e come funziona la tecnologia che affiancherà Wi-Fi 6 o 802.11 ax.
Qualcomm ha posto l’accento sul concetto di self organizing network (SON), ossia sulle moderne WiFi che ottimizzano la connessione dei dispositivi client scegliendo i canali migliori (leggasi meno affollati) sui quali trasmettere e si organizzano per sopperire alla momentanea indisponibilità di qualche nodo.
È di fatto il concetto delle reti WiFi mesh. Nell’articolo Rete mesh, cos’è e come funziona avevamo citato l’avvio, nel 2019, del programma di certificazione EasyMesh da parte della Wi-Fi Alliance.
Avevamo però manifestato qualche dubbio circa l’effettiva adesione dei produttori di router e di apparecchiature per il networking osservando come storicamente abbiano preferito soluzioni proprietarie.
Fortunatamente Qualcomm non è dello stesso avviso: i portavoce dell’azienda californiana spiegano che i produttori sono propensi ad acquisire la certificazione EasyMesh e che i loro device saranno finalmente interoperabili.
Al Broadband World Forum si è parlato anche di reti WiFi senzienti (Wi-Fi Sensing): il segnale wireless potrà essere utilizzato per consentire ai dispositivi IoT di “vedere” e “comprendere” l’ambiente circostante.
Analizzando in tempo reale la diffusione delle onde radio è infatti possibile capire se nell’ambiente vi siano delle persone o degli animali con la possibilità di innescare eventi e stabilire interazioni con altri dispositivi smart (termostati, videocamere, sistemi di illuminazione smart e così via).
I dispositivi WiFi senzienti potranno anche rilevare cadute accidentali provocando l’invio di messaggi di allerta.
Secondo Qualcomm non si tratterebbe di “esercizi di stile” ma di concreti scenari per lo sviluppo delle reti WiFi del futuro e dei dispositivi di prossima generazione.