Il funzionamento dei protocolli di rete in forma compatta

Segnaliamo la pubblicazione di alcuni interessanti documenti esplicativi che "raccontano" in forma molto "agile" il funzionamento di alcuni tra i principali protocolli di rete.
Il funzionamento dei protocolli di rete in forma compatta

Segnaliamo la pubblicazione di alcuni interessanti documenti esplicativi che “raccontano” in forma molto “agile” il funzionamento di alcuni tra i principali protocolli di rete. Tra i vari schemi messi a disposizione, citiamo i seguenti:

IEEE 802.11 WLAN
L’IEEE 802.11 (Wi-Fi) definisce uno standard per il funzionamento di reti senza fili (wireless). E’ impiegato oggi in migliaia di differenti periferiche: modem, router, smartphone, chiavette USB Wi-Fi, notebook e netbook sono solo alcuni esempi di dispositivi che integrano funzionalità per la connessione wireless. Nel documento che vi proponiamo sono riassunti, in prmis, i principali standard della famiglia 802.11 (“a”, “b”, “g” e la bozza della versione “n”) con l’indicazione degli spettri di frequenza utilizzati, della massima ampiezza di banda, della modulazione e del numero di canali.
Lo schema riassume anche le principali unità di misura per la potenza del segnale insieme con il rispettivo significato.
Nella seconda parte del documento, sono riportate informazioni sugli schemi crittografici e sulle modalità per l’autenticazione dei sistemi client.

Il protocollo BGP
Il Border Gateway Protocol (BGP) è un protocollo di rete usato per connettere tra loro più router che appartengono a sistemi distinti. Il protocollo poggia sull’impiego e sulla gestione di una tabella di reti IP: lo scopo è quello di rendere disponibili informazioni sulla raggiungibilità delle varie reti. Si tratta di un protocollo di routing alla base del funzionamento di Internet: esso si occupa infatti di fornire informazioni circa la raggiungibilità delle varie reti.
Il protocollo BGP ha introdotto come beneficio la decentralizzazione della procedura di instradamento dei dati.
Nel documento PDF viene illustrato brevemente il funzionamento del protocollo BGP utilizzando la corretta terminologia. La comunicazione mediante il protocollo BGP avviene tra più “Autonomous System” (AS), gruppi di router sotto il controllo di una singola entità amministrativa.

IPv6
La IANA (Internet Assigned Numbers Authority), organismo che ha responsabilità nell’assegnazione degli indirizzi IP a livello mondiale, si aspetta di non avere più disponibilità di indirizzi IPv4 a partire dal 2011. A quel punto, l’utilizzo di IPv6 diverrà un passo obbligato.
Più di venti anni fa, i 4 miliardi di indirizzi IP che l’attuale protocollo IPv4 (Internet Protocol version 4) mette a disposizione sembravano un’enormità per il numero di utenti e per i servizi di allora. Alcuni Paesi e certe organizzazioni “acquistarono” per sé, all’epoca, un numero esorbitante di indirizzi IP. IPv6 permette di avere a disposizione un numero più elevato di IP da destinare a tutti i vari servizi in Rete in modo da sopportare la richiesta crescente di nuovi indirizzi.
Il documento PDF riassume i cambiamenti che IPv6 introduce. Si parte dalla lunghezza dell’indirizzo di rete che diventa pari a 128 bit. Come rappresentazione, per gli indirizzi IPv6, si usano otto gruppi composti da quattro cifre esadecimali, seperati dal segno “due punti”. Gli zeri che aprono o chiudono un qualunque gruppo possono essere omessi. Possono essere rimossi anche quei gruppi che contengano solamente degli zeri (0000) ottenendo così rappresentazioni molto più compatte.

Le principali porte TCP/UDP
Questo documento elenca le principali porte di comunicazione utilizzate da servizi ed applicazioni di utilizzo comune. In violetto sono evidenziati i programmi di chat e messaggistica istantanea, in blu le comunicazioni che avvengono in forma cifrata, in giallo i software per lo streaming audio e video, in arancio i client peer-to-peer mentre in rosso le porte sfruttate da parte di alcuni malware ben noti.

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