Il Dipartimento della Giustizia statunitense, meglio conosciuto con l’acronimo di DOJ, ha chiesto a Google una documentazione più puntuale circa l’accordo di acquisizione che prevede l’acquisto di Motorola Mobility per una somma pari a 12,5 miliardi di dollari. L’antitrust americana intende valutare attentamente l’intesa tra le due società che sancirebbe uno storico matrimonio tra l’azienda che gestisce il sito web più visitato al mondo ed una tra le più grandi realtà planetarie che commercializza dispositivi Android.
Dennis Woodside (Google), dalle colonne del blog ufficiale del gigante di Mountain View, ha bollato la richiesta del DOJ come una operazione di routine. Sebbene l’acquisizione non possa quindi concludersi nell’immediato, ha fatto presente Woodside, Google è fiduciosa che il DOJ possa riconoscere come “l’ecosistema mobile, in rapida crescita, resti comunque altamente competitivo dopo la firma dell’accordo“.
L’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin ha poi pubblicato una serie di dichiarazioni che si sono susseguite dopo la recente notizia della stretta di mano con Motorola Mobility (ved. questa pagina). Da un lato, infatti, Google porterebbe a casa una ricca dote di brevetti, valutata un ottimo strumento per ripararsi dalle sempre più frequenti azioni legali poste in essere dalle aziende concorrenti. D’altra parte, però, l’operazione pone Google in diretta concorrenza con alcuni suoi partner: la proprietà di Motorola Mobility consentirà a Google, di fatto, di sovrintendere la progettazione, la realizzazione e la vendita dei suoi stessi dispositivi mobili. Da qui le “grandi manovre” che alcuni produttori, come Samsung, hanno iniziato a mettere in campo da qualche settimana.