Il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha dichiarato: “terremo conto in modo rigoroso delle osservazioni formulate“. Dopo le critiche piovute nei giorni scorsi sul “decreto Romani”, il Parlamento ha espresso un parere favorevole richiedendo tuttavia alcune modifiche. Alcune di esse sono tese ad eliminare quei paletti che erano stati introdotti nella prima versione del decreto e che riguardavano nello specifico la rete Internet.
Secondo Alessio Butti, relatore del testo, il decreto non disciplinerà blog, video amatoriali, versioni elettroniche delle riviste, motori di ricerca e testate online dal momento che la normativa riguaderà esclusivamente i servizi audiovisivi “on demand”.
Sembrano stralciati anche i punti che fissavano una responsabilità per i contenuti realizzati da terzi. Butti ha spiegato come la responsabilità editoriali ricada solo sui soggetti terzi che caricano online dei contenuti e non sui fornitori che ospitano tale materiale. L’attività di controllo sui contenuti sarà però competenza dell’AGCOM e non del ministero.
Depennato anche l’obbligo di rettifica sul web.
Il testo definitivo del decreto dovrebbe arrivare presso il Consiglio dei Ministri nel corso della prossima settimana. Numerosi osservatori, tra i quali l’avvocato Guido Scorza, attivissimo sulla materia, attendono di conoscere quale sarà la “veste finale” del provvedimento.