L’annuncio è arrivato direttamente da Aravind Srinivas, CEO di Perplexity, durante un’intervista a The Verge: il chatbot su cui sta lavorando l’azienda sarà alimentato da Yelp.
Secondo Srinivas, infatti, sono molte le persone che utilizzano i chatbot come comuni motori di ricerca. In tal senso, dotare uno strumento di questo tipo di recensioni e informazioni su ristoranti e negozi vari può essere una mossa sensata. L’azienda ha dunque deciso di integrare mappe, recensioni e altre informazioni sulle attività commerciali, andando a pescare nell’enorme database di Yelp.
Yelp è una piattaforma fondata nel 2004 in California, con un sito e un’app specifica che offrono recensioni e facilitano le prenotazioni presso ristoranti e servizi simili.
Nel corso dell’intervista, il CEO di Perplexity, il modo in cui il chatbot abbina testo e link esterni rappresenta già un punto di forza rispetto alla concorrenza. Sistemi avanzati come ChatGPT, Copilot e Gemini, sembrano essere un passo indietro sotto questo punto di vista.
A quanto pare, Srinivas ha deciso di puntare forte su questa peculiarità, trovando un accordo con un brand noto come Yelp. Per quanto riguarda i dettagli finanziari dell contratto le due aziende non hanno rivelato alcun tipo di informazione.
Accordo Perplexity e Yelp: quando il chatbot diventa motore di ricerca
Perplexity è solo l’ultima azienda di Intelligenza Artificiale a stringere un accordo con terzi per ottenere fonti di informazioni costantemente aggiornate, anche se Srinivas ha sottolineato come non si tratti di una vera e propria collaborazione, ma di come Yelp stia concedendo in licenza i suoi dati.
Il rapporto con Yelp non è il primo intrapreso da Perplexity che, per quanto riguarda i calcoli matematici, si affida a un contratto stipulato con WolframAlpha. Lo stesso CEO ha lasciato intendere come potrebbero esservi ulteriori accordi in futuro.
L’operazione più famosa di questo tipo è, allo stato attuale, il maxi accordo tra Google e Reddit per 60 milioni di dollari all’anno. Anche in questo caso, i dati forniti dal social network saranno utilizzati per sviluppare i modelli di IA della compagnia di Mountain View. Anche OpenAI, l’azienda simbolo del settore, ha intrapreso questa via con diversi accordi con editori impegnati nel giornalismo.