Un colosso statunitense chiede ai suoi dipendenti di stare alla larga da ChatGPT

La più grande società USA proprietaria di stazioni radio chiede ai dipendenti di non usare ChatGPT e simili per evitare fughe di informazioni.

Un’altra azienda si aggiunge alla lista di quelle che hanno vietato l’utilizzo di ChatGPT ai dipendenti. A seguire l’esempio di Apple, Verizon e Spotify (per citarne alcune), è iHeartMedia, colosso statunitense che possiede oltre 850 stazioni radio AM e FM negli Stati Uniti.

iHeartMedia contro ChatGPT e gli altri modelli AI: ecco perché

Stando ad un memo interno ottenuto da Hot Pod, il CEO di iHeartMedia Bob Pittman e il CFO Rich Bressler avrebbero chiesto ai loro dipendenti di non usare ChatGPT e altri modelli d’intelligenza artificiale per evitare fughe di notizie. Nonostante le potenzialità di questi chatbot, il rischio di leak è sempre dietro l’angolo, quindi – viene spiegato nel documento – meglio non dare in pasto a ChatGPT e simili dati privati e documenti aziendali. Anche perché in gioco ci sono informazioni confidenziali di aziende con cui iHeartMedia collabora attivamente.

Nonostante l’AI, compresi ChatGPT e le altre intelligenze artificiali con le quali poter conversare, possa essere incredibilmente d’aiuto e realmente rivoluzionaria, dobbiamo essere intelligenti nel suo utilizzo per proteggere noi stessi, i nostri partner, le informazioni della nostra azienda e i dati dei nostri utenti.

iHeartMedia

Fughe di notizie, inoltre, potrebbero essere vantaggiose per i competitor dell’azienda di San Antonio, ad oggi il più grande proprietario di stazioni radio degli Stati Uniti d’America. Il chatbot di OpenAI pesca le sue informazioni da set di dati (tra cui siti web e articoli di Wikipedia), ma non va oltre il 2021. Di conseguenza, per rendere l’addestramento in tempo reale ancora migliore e efficace, tutte le conversazioni tra utenti e AI vengono memorizzate di default.

Eppure, nonostante il ban di ChatGPT, iHeartMedia ha abbracciato l’intelligenza artificiale in passato (un DJ basato proprio sull’AI). Inoltre, starebbe attualmente sviluppando una serie di tool AI da utilizzare esclusivamente in azienda.

iHeartMedia come Apple e non solo

Come anticipato in apertura, iHeartMedia è l’ultima in ordine cronologico ad essersi schierata “contro” l’utilizzo di AI come ChatGPT in ambito aziendale. La preoccupazione è quella che uno dei diversi chatbot con cui oggi si può “discutere” possa divulgare informazioni riservate. Di questo elenco fanno parte anche Samsung, Apple, Verizon e Spotify, che nei rispettivi sistemi aziendali hanno bloccato l’accesso ai siti web dei chatbot temendo il leak di proprietà intellettuali.

Fonte: The Verge

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