Gli ingegneri di IBM compiono un ulteriore balzo in avanti proiettando uno dei loro sistemi verso il momento in cui i computer quantistici saranno in grado di risolvere problemi inaffrontabili ricorrendo all’informatica tradizionale.
L’unità di informazione quantistica è detta qubit: aiuta a gestire compiti specifici più velocemente o in maniera più efficiente rispetto ai sistemi tradizionali basati su 0 e 1 (codice binario, bit e byte).
Spiegando cos’è il quantum computing abbiamo già visto quali problemi risolve un computer quantistico e spiegato come in ottica futura a rischio potrebbero esservi gli algoritmi crittografici considerati oggi più sicuri e resistenti agli attacchi.
Per offrire un dato interessante, tuttavia, uno studio di Craig Gidney e Martin Ekerå del 2019, revisionato nel 2021, metteva in evidenza come sarebbe necessario un computer quantistico da 20 milioni di qubit per fattorizzare con successo una chiave RSA-2048 in 8 ore: in un altro articolo ci siamo soffermati sulla sicurezza dell’algoritmo crittografico RSA.
IBM intende produrre un computer quantistico da 4.000 qubit entro il 2025 ma l’azienda ha annunciato oggi un importante aggiornamento. Esattamente un anno fa Big Blue aveva presentato il suo processore quantistico Eagle a 127 qubit.
Adesso IBM annuncia il processore quantistico Osprey che utilizza 433 qubit facendo segnare alla società un nuovo guinness.
Utilizzando il nuovo Qiskit Runtime di IBM gli sviluppatori possono adesso bilanciare la velocità di elaborazione con una significativa riduzione del numero di errori.
L’azienda ha anche offerto ulteriori dettagli sul suo Quantum System Two: si tratta del mainframe quantistico di IBM che sarà in grado di ospitare più processori quantistici e integrarli in un’unica soluzione grazie a collegamenti ad alta velocità. L’idea è di lanciare questo sistema entro la fine del 2023 e costituirà la base per avere computer quantistici realmente prestazionali e sempre più potenti.