Non si pensi alla seppur utile funzionalità di ibernazione di Windows. Anche in Android debutterà l’ibernazione ma si comporterà in maniera decisamente differente.
Lo ha confermato Mishaal Rahman, uno degli sviluppatori responsabili del progetto AOSP (Android Open Source Project), spiegando come l’ibernazione aiuterà a ridurre significativamente il quantitativo di memoria occupato dalle applicazioni installate sul dispositivo e che non si utilizzano attivamente.
I tecnici di Google hanno per il momento preferito non “sbottonarsi” troppo: certamente l’ibernazione agirà sulla cache delle singole app Android rimuovendo le informazioni conservate in precedenza e liberando spazio. Ma allo stesso tempo la funzionalità potrebbe usare alcune tecniche di compressione dei dati applicando l’operazione inversa nel momento in cui l’utente dovesse tornare a usare l’app.
Ovviamente i risultati migliori si otterrebbero con le app Android di dimensioni più importanti, specie se non utilizzate da un po’ di tempo.
L’ibernazione, nonostante il nome sia sovrapponibile anche a una funzionalità offerta dal framework Xposed che mette in pausa l’esecuzione delle app in maniera simile a quanto fa Doze in Android ai fini del risparmio energetico, opererà quindi in maniera differente.
Stando alle indiscrezioni, l’ibernazione – che potrebbe essere attivabile anche su richiesta degli utenti – potrebbe debuttare con il lancio di Android 12. A breve potrebbero arrivare le prime conferme dal momento che, almeno nel caso di Android 11, la prima Developer Preview fu presentata a febbraio 2020.