IA e copyright: accuse delle etichette discografiche a Suno e Udio

Le etichette discografiche fanno causa a Suno e Udio, chiedendo 150.000 dollari per ogni brano utilizzato per alimentare IA.

Come riportato da Reuters, alcune tra le più grandi etichette alle discografiche si sono mosse di comune accordo per citare in giudizio Udio e Suno, piattaforme che si occupano di sintesi musicale attraverso l’Intelligenza Artificiale.

Secondo quanto sostenuto da Universal Music Group, Sony Music e Warner Records, infatti, le piattaforme avrebbero commesso una massiccia violazione del copyright, attingendo a piene mani dalle proprietà delle suddette major per addestrare i propri modelli IA.

Udio e Suno sono due servizi che permettono di generare brani musicali attraverso input testuali attraverso modelli di IA generativa. Affinché ciò sia possibile, però, i modelli devono avere accesso a un enorme database a disposizione che, secondo le suddette etichette, include anche un numero consistente di brani protetti dai diritti d’autore. L’accusa è dovuta anche dal fatto che, riguardo le fonti dei dati utilizzati per alimentare l’IA, entrambe le piattaforme sono state sempre molto vaghe, alimentando di fatto i sospetti.

Le major contro Suno e Udio: chiesti risarcimenti di 150.000 dollari per ogni canzone usata per addestramento IA

Fin dal 2022, anno del grande boom dell’IA, i sistemi adottati per addestrare questa tecnologia hanno suscitato molte polemiche, con aziende del settore che hanno sfruttato l’assenza di regole specifiche per aggirare i diritti d’autore.

Oggi, però, le etichette discografiche hanno bussato alla porta di Udio e Suno, chiedendo alle due piattaforme danni pari a 150.000 dollari per ogni canzone utilizzata durante l’addestramento.

Tra i pezzi citati dalle major come coinvolte nelle violazioni di copyright figurano My Girl dei Temptations, All I Want for Christmas Is You di Mariah Carey e I Got You (I Feel Good) di James Brown. Questa lista, però, sembra destinata ad allungarsi (e non di poco). I modelli di sintesi vocale, infatti, sembrano poter riprodurre le voci di alcuni tra gli artisti più famosi al mondo, lasciando intendere di come l’IA abbia potuto lavorare su una mole enorme di brani.

Questo non è il primo caso di scintille tra IA e mondo musicale. Giusto qualche mese fa, per esempio, circa 200 artisti hanno firmato un documento contro gli abusi dell’IA.

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