L’intelligenza artificiale continua a essere nel mirino di governi e analisti. Mentre negli Stati Uniti arriva la sentenza storica che determina l’assenza di copyright per l’arte generata dagli algoritmi, in Italia è Confartigianato a sollevare alcune preoccupazioni con un report che indica il grado di esposizione all’IA del nostro mercato del lavoro. Secondo tali previsioni, sono 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto dell’IA. In altre parole, il 36,2% del totale degli occupati subirà l’impatto della trasformazione tecnologica.
IA mette a rischio gli italiani?
Come ripreso anche dal Corriere Comunicazioni, le mansioni più esposte riguardano quelle a carattere intellettuale e amministrativo, come dirigenti amministrativi e commerciali, tecnici di informazione e comunicazione, PA e commercio. Dove invece v’è una componente manuale non standardizzata l’IA non dovrebbe avere un particolare impatto.
Il personale prevalentemente in bilico è al centro-nord, con Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta tra le regioni più a rischio. La regione Lazio è però in seconda posizione con il 32% degli occupati a rischio, e la Campania si posiziona nella Top 5 con il 25,3%.
Tuttavia, Confartigianato pone anche le opportunità dell’IA sotto la luce dei riflettori, definendola come l’arma che le imprese potrebbero sfruttare attivamente per ottimizzare le rispettive attività, tra robot e algoritmi: “L’intelligenza artificiale è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma va governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori”, afferma Marco Granelli, presidente di Confartigianato.