Ad agosto 2019 Apple aveva avviato una vertenza legale a carico della statunitense Corellium accusando la società di aver violato la sua proprietà intellettuale.
Corellium fornisce agli interessati gli strumenti software per virtualizzare il sistema operativo iOS in ambiente Linux con lo scopo di effettuare test e verifiche in materia di sicurezza.
La soluzione offerta da Corellium offre una serie di funzionalità avanzate che in tanti campi applicativi si rivelano davvero interessanti: citiamo la possibilità di mettere in pausa l’esecuzione del sistema operativo Apple e di copiare il contenuto delle immagini in modo da effettuarne un eventuale ripristino in pochi secondi.
La Mela ha invece contestato il comportamento tenuto da Corellium sostenendo che avrebbe utilizzato mezzi utili a trarre indebitamente profitto dalla proprietà intellettuale altrui, senza autorizzazione e senza averne alcun diritto.
Secondo i giudici, che hanno rigettato le tesi di Apple, Corellium non ha violato il copyright della Mela. La corte ha infatti stabilito che Corellium si è pienamente attenuta alle disposizioni in materia di fair use (facoltà di utilizzare materiale protetto da copyright per scopi di informazione, critica o insegnamento, senza chiedere l’autorizzazione scritta a chi detiene i diritti). L’uso che è stato fatto di iOS nelle soluzioni software Corellium è quindi consentito.
Va detto, come osserva The Washington Post, che le rimostranze avanzate da Apple circa la presunta rimozione delle misure di sicurezza implementate in iOS e le violazioni in materia di Digital Millennium Copyright Act (DMCA) non sono state stralciate. La “partita” tra le due aziende non è quindi ancora chiusa.
Apple aveva anche sostenuto che gli strumenti per la virtualizzazione di iOS realizzati da Corellium posti in mano alle persone sbagliate avrebbero facilitato l’individuazione di vulnerabilità utilizzabili per aggredire gli utenti possessori di iPhone.
Il giudice Rodney Smith ha definito le affermazioni di Apple “sconcertanti, se non addirittura menzognere“.
D’altra parte proprio Apple aveva esteso il suo programma bug bounty volto alla ricerca e alla segnalazione responsabile di nuove vulnerabilità di sicurezza in iOS annunciando la disponibilità di immagini del sistema operativo utilizzabili per finalità di ricerca e studio.