Con il lancio dei processori EPYC, AMD ha segnato il suo storico ritorno nel mercato server, ricco ed estremamente remunerativo (ne avevamo parlato anche nell’articolo AMD consolida i suoi investimenti sul mercato server con i processori EPYC e non solo).
Le CPU AMD EPYC hanno permesso di dare il via a una vera e propria rivoluzione in un settore per troppo tempo feudo della rivale Intel.
I primi frutti del rinnovato impegno di AMD nel settore server sono arrivati in questi giorni: Microsoft Azure è il primo fornitore di servizi cloud a implementare i processori AMD EPYC nei suoi datacenter a livello mondiale.
I processori EPYC sono stati utilizzati sulla piattaforma Azure per gestire le più recenti macchine virtuali L-Series dedicate alla gestione dei carichi di lavoro ottimizzati per l’archiviazione.
La serie Lv2 sfrutta il processore AMD EPYC 7551, capace di raggiungere una frequenza base di 2,2 GHz e fino 3,0 GHz in modalità turbo single-core. Le macchine virtuali Lv2 sono disponibili su Azure a partire da 8 fino a 64 vCPU con un accesso diretto fino a 4 TB di memoria.
La soluzione proposta da AMD è stata immediatamente fatta propria da Microsoft anche perché i processori EPYC sono in grado di gestire un numero senza precedenti di unità NVMe, con il supporto di 128 linee PCIe per processore.
Le CPU EPYC sono quindi eccellenti per la gestione di carichi di lavoro intensivi consentendo ad esempio l’elaborazione di database di grandi dimensioni (anche NoSQL) con prestazioni mai viste.