I PC basati su Qualcomm Snapdragon X devono essere distrutti, sostiene ARM

ARM chiede che i PC basati su SoC Qualcomm Snapdragon X, a partire dai nuovi Copilot+, siano ritirati prima ancora di andare in commercio. La società di Cristiano Amon risponde sostenendo che ARM è completamente fuori strada. Il braccio di ferro che non fa bene all'innovazione e al mercato.

Qualcomm può al momento vantare un certo vantaggio competitivo sulle altre aziende interessate a immettere sul mercato SoC ARM compatibili con il sistema operativo Windows on ARM. Il fermento creatosi intorno alla piattaforma Microsoft è un segnale che qualcosa sta cambiando e che nel settore dei PC ARM potrà andare a competere con l’architettura x86.

Sebbene il numero uno di Intel, Pat Gelsinger, non si mostri per nulla preoccupato (almeno pubblicamente), a fine 2024 scadrà il contratto di esclusiva che legava Microsoft con Qualcomm e dal prossimo anno NVIDIA, AMD e MediaTek inizieranno a proporre chip dedicati ai nuovi sistemi Windows on ARM.

Come scrivevamo ieri, tuttavia, Qualcomm deve necessariamente risolvere la vertenza che la vede protagonista. Due anni fa, infatti, ARM ha chiamato in causa Qualcomm sostenendo che con l’acquisizione di Nuvia, nel 2021, la società guidata da Cristiano Amon ha automaticamente “ereditato” il diritto a usare la proprietà intellettuale dell’azienda britannica.

ARM dice che i PC basati su Qualcomm Snapdragon X devono essere fatti sparire

Facciamo un passo indietro. Nel 2019, la startup Nuvia ha sviluppato un proprio core ARM sotto la guida di un team di ex ingegneri Apple. L’obiettivo era utilizzare il core personalizzato sui sistemi server, quindi si è fatta carico di acquisire una licenza da ARM in modo da utilizzare il design parzialmente sviluppato dall’azienda.

Dopo aver messo Nuvia nel suo portafoglio, Qualcomm avrebbe riutilizzato il design elaborato nel 2019 per realizzare i suoi core Oryon. Questi ultimi costituiscono le fondamenta dei chip Snapdragon X Elite e Snapdragon X Plus, destinati al mondo dei PC e progettati, appunto, per supportare direttamente Windows on ARM.

Microsoft, a sua volta, sostiene convintamente i processori della serie Snapdragon X, indicando che dal 18 giugno 2024 saranno acquistabili numerosi PC basati sui SoC di derivazione ARM sviluppati da Qualcomm. Li chiama, nel loro complesso, PC Copilot+ e li presenta in una nota dedicata facendo nomi e cognomi dei sistemi disponibili e dei produttori che li hanno realizzati (Acer, ASUS, Dell, HP, Lenovo e Samsung).

PC Copilot+ Qualcomm Snapdragon X

La situazione si fa complicata: ARM punta i piedi

Di fronte a un mercato che inizia vedere l’ingresso di una nutrita “pattuglia” di PC Copilot+ basati su SoC Snapdragon X, ARM irrigidisce la sua posizione e chiede che la vendita dei sistemi sia arrestata immediatamente. Perché? Perché secondo la tesi di ARM, gli accordi di licenza preesistenti non consentivano e non consentono l’uso della proprietà intellettuale concessa a Nuvia da parte di soggetti come Qualcomm.

Dopo due anni di mancato accordo tra le parti, ARM insiste e in una dichiarazione rilasciata all’agenzia Reuters chiede che siano rispettati gli impegni: “Qualcomm deve distruggere e smettere di utilizzare i progetti Nuvia derivati ​​dalla tecnologia ARM“.

Qualcomm passa al contrattacco

Poiché l’azione di ARM potrebbe davvero fare del male, considerate anche le ampie opportunità che si stanno aprendo, Qualcomm ha deciso di opporsi con forza alle richieste avanzate dalla società di cui Rene Haas è timoniere.

Qualcomm sostiene che ARM starebbe soffocando i progressi tecnologici compiuti dall’azienda, precisando altresì di avere il diritto di usare il design acquisito da Nuvia nel 2021.

Non solo. ARM è accusata di aver deliberatamente trattenuto per sé servizi dovuti in base al contratto di licenza dell’architettura (ALA); avrebbe omesso di fornire servizi già pagati, rappresentato falsamente la loro esistenza e minacciato di revocare le licenze a Qualcomm se quest’ultima avesse cercato di far valere il suo diritto contrattuale.

La società di San Diego (USA) afferma che ARM starebbe cercando di imporre un nuovo modello di licenza più oneroso, basato sul prezzo dei dispositivi anziché sui singoli chip. Questo nuovo approccio comporterebbe un pagamento iniziale di centinaia di milioni di dollari e costi di licenza significativamente più alti nel tempo.

Qualcomm evidenzia che ARM, minacciando di far cessare la produzione e la vendita di PC con chip Snapdragon X, starebbe danneggiando anche altri produttori come Acer, Asus, Dell, HP, Microsoft, Lenovo e Samsung, che dipendono da questi SoC per i loro dispositivi.

Come andrà a finire?

Dal punto di vista di un osservatore, l’intera situazione sembra assurda. Per anni “il sogno” di ARM era proprio quello di portare la sua ISA (Instruction Set Architecture) nel mondo dei PC desktop e notebook. Ora, per la prima volta, c’è un’opportunità reale di farsi largo in un mercato storicamente monopolizzato dalla piattaforma x86 e ARM sembra voler provocare un vero e proprio terremoto.

Non è possibile che Qualcomm e ARM non trovino la quadra del cerchio. Non avrebbe senso. Secondo fonti vicine alle due aziende, tuttavia, le trattative non inizieranno formalmente prima di dicembre 2024. Anche se è inimmaginabile pensare che le parti non possano parlarsi quasi ogni giorni da qui alla fine dell’anno.

Chi vuole acquistare un PC con Snapdragon X Elite o Snapdragon X Plus ha poco da temere, almeno nell’immediato. Una sospensione temporanea delle vendite sembra irrealistica; la minaccia di ARM pare mirare piuttosto ad aumentare la pressione su Qualcomm.

Per innovare davvero bisognerebbe lavorare il più possibile in simbiosi: da un lato Qualcomm dipende da ARM perché l’azienda non può sviluppare chip senza avvalersi della proprietà intellettuale di ARM; dall’altro lato ARM ha necessità di Qualcomm per rafforzare le sue quote di mercato ed esplorare nuovi orizzonti.

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