Con i suoi Ryzen 3000, sul mercato dal prossimo 7 luglio, AMD si prepara a dare un forte scossone al mercato dei microprocessori. I primi test hanno infatti evidenziato che i nuovi processori della società di Sunnyvale garantirebbero prestazioni in single core sostanzialmente identiche a quelle delle CPU Intel Coffee Lake, grazie alle migliorie introdotte con l’architettura Zen 2: I nuovi processori Ryzen 3000 funzioneranno meglio con Windows 10 Aggiornamento di maggio 2019.
La risposta di Intel, almeno nel breve periodo, sembra articolarsi su due fronti: da un lato l’azienda di Santa Clara sta aumentando la produzione in modo da ridurre i prezzi dei suoi processori; dall’altro, l’obiettivo è quello di lanciare sul mercato i primi processori Intel a 10 nm contraddistinti da un valore IPC (Instructions Per Cycle) ovvero il numero di istruzioni eseguite in un ciclo di clock da parte del processore molto più alto rispetto a quanto visto fino ad oggi.
I dati vanno presi con le dovute precauzioni trattandosi di fonti non ufficiali, ma il test di una nuova CPU dotata di core Sunny Cove, quelli che costituiranno il cuore pulsante dei processori Ice Lake a 10 nm per i notebook (vedere Intel annuncia i suoi nuovi processori di decima generazione a 10 nm), avrebbe fatto registrare l’utilizzo di una frequenza di lavoro pari a 3,6 GHz con una potenza in single core comparabile con quella di un Kaby Lake a 5,2 GHz o di uno Zen 2 a 4,7 GHz.
Il vantaggio derivante da un valore IPC più elevato consiste ovviamente nella possibilità di usare tensioni inferiori e contestualmente ridurre i consumi energetici.
Qualcomm ha lanciato la sfida a Intel nel settore dei sistemi always on con il suo SoC Snapdragon 8cx (Snapdragon 8cx: prestazioni confrontate con i processori Intel); con i nuovi Ice Lake la promessa di Intel è quella di far crescere significativamente l’autonomia. Le performance sarebbero in linea con quelle di una CPU Core i5-8250U ma le versioni Ice Lake permetterebbero di contenere al massimo i consumi.
D’altra parte Intel stessa, in occasione del Computex di Taipei, aveva parlato di un incremento prestazionale del 18% per raggiungere il 40% di performance in più per ciclo di clock in quattro test più specifici.
I primi processori a 10 nm, comunque, non arriveranno sui sistemi desktop se non prima del prossimo anno. La missione di Intel sembra essere quella di mantenere il controllo del mercato notebook con una nuova offerta all’altezza delle aspettative, da parte di società partner e utenti finali.