I lavoratori di DeepMind in rivolta contro Google: cosa sta succedendo?

Una lettera sottoscritta da 200 dipendenti di OpenAI contro Google: ecco cosa preoccupa il personale di DeepMind.

DeepMind è un’azienda, acquisita da Google una decina di anni fa, che oggi rappresenta un’importante divisione nel contesto dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

La società con sede a Londra e centri di ricerca sparsi in tutto il mondo, sta però vivendo un momento di forte tensione con la casa madre di Mountain View. Secondo quanto riportato dal Time, almeno 200 dipendenti DeepMind hanno mostrato il loro disappunto rispetto a Google attraverso una lettera interna.

Questa, datata 16 maggio, ha espresso tutti i timori del personale per quanto riguarda i contratti di Google con organizzazioni militari. Nello specifico, si parla di una fornitura di servizi IA e di cloud computing rispetto all’esercito israeliano.

DeepMind e la promessa di Google sull’utilizzo dell’IA

Nella lettera viene spiegato come qualunque tipo di coinvolgimento con la produzione di armi ha un impatto sulla posizione di leader di Google nel contesto dell’IA etica. Tali politiche, sono considerati dunque contro la dichiarazione di intenti e i principi di DeepMind.

Sebbene meno di un terzo dei dipendenti abbia sottoscritto la lettera, va detto che tali affermazioni hanno delle fondamenta. Nel 2018, infatti, Google ha promesso che la sua tecnologia non sarebbe mai stata utilizzata per alcun tipo di scopo militare.

Un retromarcia del colosso tecnologico che lascia dunque un’ombra sulle buone intenzioni per quanto riguarda l’utilizzo dell’IA, visto che anche OpenAI sembra aver cambiato idea sulla sua applicazione nel contesto bellico.

DeepMind è una realtà di primaria importanza nel contesto di queste tecnologia, anche al di fuori di Google. Nelle ultime settimane, per esempio, i suoi esperti hanno lanciato un nuovo modello IA specializzato nella matematica come AlphaProof. La stessa unità è stata impegnata in diversi progetti per fare convivere pacificamente IA e musicisti, un rapporto che spesso si è rivelato tutt’altro che idilliaco.

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