Fino a qualche tempo fa erano pochi i nomi a dominio di primo livello generici (gTLD) che si potevano utilizzare (a titolo esemplificativo citiamo .com, .net, .org, .gov, .biz
).
L’ICANN, ente no-profit che – tra i vari incarichi svolti – provvede ad assegnare indirizzi IP ed a compiere un’attività di gestione dei nomi a dominio di primo livello, ha liberalizzato i nomi a dominio di primo livello di tipo generico con il risultato che singole imprese, operanti su scala globale, hanno potuto richiedere la registrazione e la gestione in proprio di denominazioni del tutto nuove.
Nell’articolo Nuovi domini di primo livello: cosa sono e come si registrano abbiamo spiegato nel dettaglio le opportunità ed i rischi collegati all’approvazione dei nuovi nomi a dominio.
L’italiana Aruba si è recentemente aggiudicata, ad esempio, la gestione del nuovo dominio .cloud “soffiandolo” a società del calibro di Google, Amazon e Symantec (Domini di primo livello: Aruba si aggiudica il .cloud).
Aruba, quindi, sta già ricoprendo il ruolo di registrar per quanto riguarda il dominio di primo livello .cloud mettendo direttamente a disposizione della propria clientela la possibilità di registrare domini di secondo livello (abbinandoli alla denominazione .cloud).
Quali sono i nuovi domini di primo livello più richiesti?
Con un’infografica appena pubblicata, Aruba vuole tracciare anche un primo bilancio sull’attività legata ai nuovi domini di primo livello.
Il gTLD che ha sinora riscosso maggior successo in Italia sarebbe .web, particolarmente richiesto da web agency, società che si occupano di marketing e di tecnologia.
A seguire il .shop, particolarmente apprezzato da chi ha già online un progetto di e-commerce o si accinge a lanciarlo. In terza posizione .hotel e, a seguire, .srl e .store.
Facilmente spiegabile il grande interesse nei confronti di .hotel e .srl: strutture ricettive ed aziende desiderano proteggere adeguatamente il proprio marchio. Chi dispone già di un dominio .it o .com, infatti, è bene che si assicuri anche un dominio di secondo livello su un gTLD strettamente collegabile con la propria attività. Un hotel, ovviamente, dovrebbe valutare la registrazione di un dominio di secondo livello .hotel in modo da evitare che qualcun altro possa accaparrarselo.
È vero, infatti, che la giurisprudenza offre gli strumenti per recuperare domini registrati da chi non ne ha diritto (normativa sul diritto al nome e disposizione su marchi e segni distintivi del codice civile) ma è pur vero che non è possibile tutelarsi in alcun modo quando il nome del dominio che si è scelto sia troppo generico, sia basato sull’utilizzo di parole di uso comune e, di conseguenza, sia “debole”.
Per evitare problemi, quindi, il suggerimento per chi ha un’attività è di non sottovalutare la disponibilità dei nuovi domini di primo livello.
Pubblichiamo, di seguito, l’infografica diffusa da Aruba: