Dopo le ben note vicende che hanno visto protagonista Huawei, l’azienda si sta riorganizzando per tornare competitiva. Nonostante il bando voluto dall’amministrazione Trump, la società cinese è comunque sempre al secondo posto per numero di smartphone venduti nel corso del terzo trimestre 2020. Lo certifica Gartner pur rilevando una flessione di oltre il 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (quando invece Xiaomi ha fatto registrare un +34%).
HarmonyOS è il tentativo di Huawei di svincolarsi dalla piattaforma di Google. L’azienda ha infatti preferito non resistere alla tempesta attendendo di poter tornare in futuro a preinstallare il Play Store e i servizi di Google lavorando invece su un sistema operativo nuovo che potesse costituire il motore per un intero ecosistema di prodotti.
HarmonyOS aveva già fatto il suo debutto su alcuni modelli di televisori e adesso è la volta degli smartphone. I portavoce dell’azienda avevano infatti già descritto in passato il sistema operativo come una soluzione integrabile in una grande varietà di dispositivi: smartphone, smartwatch, TV e addirittura automobili.
Huawei ha confermato l’approccio multi-device del suo nuovo sistema operativo: può infatti utilizzare fino a 50 diverse impostazioni a livello di interfaccia per adattarsi a smartphone, tablet e altri tipi di dispositivi intelligenti.
Da oggi HarmonyOS 2.0 viene reso disponibile in versione beta per i seguenti dispositivi: Huawei P40, P40 Pro, Mate 30, Mate 30 Pro (comprese le varianti 5G) e MatePad Pro.
Dal punto di vista dell’interfaccia non ci sono grandi cambiamenti rispetto alle versioni Android: ciò è del tutto comprensibile perché Huawei ha voluto dare continuità al suo progetto mantenendo l’interfaccia utilizzata in passato. Tant’è vero che viene conservata EMUI 11, la “personalizzazione” grafica di casa Huawei: ciò che cambia è il sistema operativo sottostante.
HarmonyOS 2.0 ed EMUI condividono gran parte del codice mentre per quanto riguarda il download e la gestione delle app Huawei punterà sempre di più sul suo store AppGallery rompendo i ponti con Google.