HTML5 è adesso uno standard ufficialmente supportato dal World Wide Web Consortium (W3C). Ci sono voluti anni di intenso lavoro e di continue modifiche ma, d’ora in avanti, le specifiche di HTML5 sono da intendersi definitive.
Com’è noto, è supportato già da tempo dalle più recenti versioni dei principali browser web e centinaia di siti web piuttosto famosi sono migrati sulle nuove specifiche che, tra le altre cose, permettono di inserire e visualizzare contenuti audio e video nelle pagine Internet senza ricorrere all’uso di plugin (si pensi a Flash, Silverlight, Quicktime,…), di supportare direttamente la geolocalizzazione dell’utente, di fidare su un sistema di memorizzazione dei dati alternativo all’utilizzo dei cookies (WebStorage), di utilizzare tag con un maggior numero di attributi, di regole più stringenti per la strutturazione delle pagine.
In generale, HTML5 consente di “disaccoppiare” sempre più la struttura della pagina web, dalle direttive che ne sovrintendono la resa (fogli di stile) e dai contenuti.
Tim Berners-Lee, il “padre” del World Wide Web, ha ricordato come HTML5 sia lo strumento che consente di rendere un’applicazione web utilizzabile, allo stesso modo, su qualunque dispositivo, sia esso un sistema desktop od un device mobile. HTML5, infatti, è sinonimo di interoperabilità dal momento che mette a disposizione gli strumenti sui quali gli sviluppatori possono contare per realizzare applicazioni web che funzionino nella stessa maniera, su qualunque prodotto.
Qualsiasi caratteristica potenzialmente “non interoperabile” è stata spostata nell’abbozzo del progetto HTML 5.1 che dovrebbe vedere la luce nel corso del prossimo anno. L’aggiunta di un sistema di controllo digitale dei contenuti (DRM) in HTML5 era stata da più parti criticata e l’idea era stata accantonata. L’inserimento del supporto DRM, però, potrebbe debuttare in HTML 5.1 dal momento che sul tema sono incentrate numerose discussioni.