Il segmento di mercato che abbraccia i dispositivi per la smart home non ha confini: non si contano i prodotti e i servizi che permettono di gestire a distanza e automatizzare ogni tipo di attività.
Il problema di fondo è che fino a ieri tanti produttori hanno investito su ecosistemi chiusi: i device dell’uno non potevano colloquiare con quelli degli altri. In questo senso, l’approvazione largamente condivisa del protocollo Matter – un tempo ritenuta cosa pressoché irrealizzabile – sta contribuendo a migliorare le cose. Anzi, Matter 1.2 ha recentemente introdotto diverse novità ampliando ulteriormente il “raggio d’azione” del protocollo.
Home Assistant è un software open source progettato per controllare dispositivi smart in casa attraverso un’interfaccia unificata. Funziona come un hub centrale per la domotica, svincolato da qualunque fornitore, consentendo agli utenti di integrare e gestire una vasta gamma di dispositivi e servizi, come luci intelligenti, termostati, telecamere di sicurezza e molto altro ancora.
Proteggere Home Assistant: ecco perché nasce Open Home Foundation
Una soluzione aperta come Home Assistant, dicevamo, si integra con una vasta gamma di dispositivi e servizi tanto che è possibile inserire nello stesso ambiente device di produttori completamente differenti che usano protocolli come Zigbee, Z-Wave, WiFi, Bluetooth, Matter e altri.
Con Home Assistant gli utenti possono progettare una smart home offline: questo significa che i dispositivi intelligenti diventano in grado di funzionare anche in assenza di una connessione Internet attiva e funzionante. In altre parole, scollegandoli dal cloud del produttore o affiancando la possibilità di gestire i device attraverso una piattaforma centralizzata sotto il proprio pieno ed esclusivo controllo, è possibile creare un ecosistema aperto e dialogante.
Dietro al progetto Home Assistant c’è molto più di una semplice piattaforma tecnologica: c’è l’impegno profondo verso i principi di privacy, scelta e sostenibilità, che adesso la nuova iniziativa Open Home Foundation si prefigge di incarnare ed esaltare.
L’inizio del viaggio Home Assistant
Il fondatore del progetto Home Assistant, oggi così popolare e apprezzato, cominciò nel 2013 a scrivere una manciata di righe di codice Python per controllare le lampadine intelligenti Philips Hue. L’obiettivo di Paulus Schoutsen, questo il nome dell’inventore di Home Assistant, era chiaro sin dall’inizio: permettere agli utenti di gestire i propri dispositivi senza essere vincolati dalle decisioni delle grandi aziende. Da allora, Home Assistant è cresciuto grazie al contributo di migliaia di volontari, diventando una piattaforma completa per la gestione di dispositivi di molteplici brand.
Il crescente interesse nei confronti di Home Assistant ha portato Schoutsen e i suoi collaboratori più stretti a sottrarre tanto tempo alle proprie attività lavorative per risolvere bug e problemi vari nel progetto. Per monetizzare l’impegno profuso senza snaturare la filosofia aperta alla base di Home Assistant, Schoutsen ha fondato nel 2018 Nabu Casa, realtà a scopo di lucro che fornisce servizi cloud per Home Assistant.
Come avvenuto nel caso di altre realtà simili, Nabu Casa ha dimostrato di saper proteggere il progetto Home Assistant e di valorizzarlo, promuovendo contemporaneamente la partecipazione attiva dei suoi dipendenti ai lavori della comunità.
La nascita di Open Home Foundation
Con il preciso obiettivo di custodire il progetto Home Assistant e i suoi valori, nasce adesso Open Home Foundation. L’istituzione della fondazione, fortemente voluta da Schoutsen, rappresenta una pietra miliare per la sostenibilità e l’indipendenza del progetto. Permette di evitare il rischio che Home Assistant sia influenzato o addirittura acquisito da realtà commerciali, garantendo il controllo sulle varie componenti software incluse nel progetto stesso.
I promotori dell’iniziativa Open Home Foundation riconoscono che le offerte per la smart home, se non gestite in modo corretto, possono seriamente minare la privacy degli individui, limitare le scelte degli utenti e avere un impatto negativo sull’ambiente.
Per raggiungere i suoi obiettivi, Open Home Foundation ha preso sotto la sua ala oltre 240 progetti, standard, driver e librerie, tra cui Home Assistant, ESPHome, Zigpy, Piper, Improv Wi-Fi, Wyoming e molti altri, al fine di creare una solida difesa contro l’idea di sorveglianza di massa, il rischio di acquisizione da parte di grandi aziende e l’abbandono dei progetti open source. Così facendo si spera che gli utenti che si avvalgono di prodotti e servizi per la smart home possano continuare a beneficiare di queste risorse nel lungo termine, indipendentemente da ciò che accadrà in futuro.
Attraverso una stretta collaborazione con Nabu Casa, la fondazione finanzia, dirige risorse e collabora allo sviluppo di progetti esterni critici come Z-Wave JS, WLED, Rhasspy e Zigbee2MQTT. Si vuole fare in modo che questi progetti rimangano aperti a tutti e in linea con i principi fondanti dell’iniziativa.
Gli altri obiettivi della Open Home Foundation
Inoltre, la Open Home Foundation mira a premere sul tasto della politica: lo vuole fare educando il pubblico, i funzionari pubblici e le aziende produttrici di dispositivi e servizi per la smart home sull’importanza degli standard aperti, dei progetti open source e della privacy, della scelta e della sostenibilità.
In primis, come evidenziato in precedenza, si vuole assicurare che gli utenti mantengano il controllo dei propri dati, con la possibilità di condividere informazioni solo a fronte di una scelta personale, assunta in totale autonomia. I dispositivi smart devono insomma funzionare principalmente in locale, con la connessione cloud offerta come opzione aggiuntiva e facoltativa.
Gli utenti, inoltre, devono essere liberi di usare qualsiasi dispositivo in qualsiasi modo desiderino, senza limitazioni arbitrarie da parte dei produttori. Un obiettivo raggiungibile attraverso l’utilizzo di standard aperti e API locali per il controllo dei device.
Infine, l’aspetto che mira a promuovere la sostenibilità ha come stella polare l’uso e il riutilizzo a lungo termine dei dispositivi elettronici, riducendo l’impatto ambientale e il consumo di risorse attraverso l’automazione e il monitoraggio dei consumi energetici.