Ho lavorato per Mark Zuckerberg: ecco che cosa ho imparato

Il trentesimo dipendente di Facebook, Noah Kagan, racconta a distanza di anni qual è stata la sua esperienza lavorativa all'interno dell'azienda fondata da Zuckerberg. Pur essendo stato licenziato dopo appena nove mesi, non serba rancore. Le lezioni apprese si sono rivelate fondamentali per il lancio di un nuovo progetto online.

Noah Kagan, imprenditore di successo e fondatore di AppSumo, ha condiviso alcuni interessanti dettagli sulla sua esperienza lavorativa in Facebook, sotto la guida diretta di Mark Zuckerberg. Kagan, che è stato il trentesimo dipendente dell’azienda, ha raccontato come i nove mesi passati in quella startup in rapida crescita siano stati tanto entusiasmanti quanto formativi. Sebbene alla fine sia stato licenziato, le lezioni apprese durante quel periodo si sono rivelate fondamentali lungo il suo percorso imprenditoriale.

L’ingresso in Facebook: un mondo di caos organizzato

Come racconta nel suo post, quando Kagan entrò per la prima volta nell’ufficio di Facebook a Palo Alto (California), si trovò di fronte a qualcosa che assomigliava più a una confraternita universitaria che a una startup tecnologica. I cavi pendevano dal soffitto e l’ufficio era un fermento di attività. Gli fu consegnato un notebook, con la promessa di un imminente incontro con il fondatore di Facebook.

L’incontro con il numero uno dell’azienda, tuttavia, si rivelò molto diverso da ciò che aveva immaginato. Mark Zuckerberg lo salutò bruscamente annunciando di aver appena licenziato il suo capo, avvisandolo che sarebbe stato il benvenuto in Facebook, a patto di non cercare di vendere l’azienda alle sue spalle. Era il 2004 e l’attuale Meta non sarebbe stata fondata fino all’ottobre 2021.

A dispetto della sua breve permanenza nelle fila di Facebook, Kagan racconta di aver imparato tanto in quei pochi mesi. Le lezioni apprese da Zuckerberg permisero all’informatico di sviluppare AppSumo, un’azienda da 100 milioni di dollari l’anno che pubblica ogni giorno offerte di software e app, a beneficio in primis di imprenditori digitali e maketer.

Le lezioni di leadership firmate Mark Zuckerberg

Nel suo commento, Kagan ricorda con riconoscenza le esperienze in Facebook che poi lo hanno portato a preparare e a lanciare la sua impresa. Non traspare alcun rancore nei confronti di Zuckerberg: anzi, Kagan spiega che il tesoro esperienziale accumulato sotto una leadership forte può avere un impatto duraturo.

Così l’imprenditore ha voluto sintetizzato le dieci lezioni più significative apprese lavorando al fianco del CEO di Facebook, insegnamenti che lo hanno accompagnato nella creazione della sua azienda di successo.

1. Focalizzarsi su un obiettivo principale. Kagan racconta che Zuckerberg aveva un unico grande obiettivo: la crescita di Facebook. Ogni idea proposta era valutata esclusivamente in funzione di questo obiettivo. Se non contribuiva a far crescere la base degli utenti, era automaticamente scartata.

2. Muoversi velocemente. In Facebook, la velocità era considerata un valore fondamentale. Zuckerberg spingeva il team a lavorare in modo rapido, accettando che qualche errore potesse avvenire lungo il percorso. Questo approccio era in netto contrasto con quello di aziende più grandi, che impiegavano mesi per lanciare nuove funzionalità.

3. Assumere solo i migliori. Zuckerberg aveva una regola ferrea: attrarre a sé solo persone “fuori dal comune”. Kagan sottolinea come i primi dieci dipendenti di una startup siano cruciali per il suo successo e come Zuckerberg fosse attento a selezionare solo i migliori.

4. Creare un ambiente di lavoro attrattivo. Zuckerberg sapeva che un ambiente di lavoro stimolante avrebbe attratto e trattenuto i migliori talenti. Facebook offriva stipendi competitivi, uffici di lusso, pasti gourmet e molti altri benefit per rendere il lavoro piacevole e motivante.

5. Risolvere i problemi personali. Inizialmente, Zuckerberg non aveva l’intenzione di creare un’azienda, ma voleva semplicemente connettere gli studenti del suo college per risolvere una problematica che aveva vissuto personalmente. Creare un progetto che possa risolvere un’esigenza pratica è un concetto alla base del successo delle migliori startup.

6. Curare i dettagli. Kagan ricorda come Zuckerberg fosse estremamente attento ai dettagli, tanto da correggere personalmente anche piccoli errori nei documenti aziendali. Questo livello di perfezionismo contribuiva a mantenere alti gli standard di qualità in Facebook.

7. Delegare responsabilità. Zuckerberg era abile nel dare autonomia al suo team, affidando obiettivi chiari e lasciando che fossero i singoli a trovare il modo migliore per raggiungerli. Questo approccio contribuiva a infondere uno spiccato senso di appartenenza tra i dipendenti.

8. Umanizzare gli utenti. Il fondatore del social network in blu insisteva sul fatto che gli utenti di Facebook dovessero essere considerati come persone reali, non solo numeri o dati. In questo modo gli sviluppatori erano più proiettati nel progettare esperienze migliori per gli utenti finali.

9. Mantenere solo le persone giuste. Zuckerberg non esitava a prendere decisioni difficili quando si trattava di licenziare dipendenti che non erano in linea con la visione dell’azienda. Kagan stesso ne è stato testimone diretto, essendo stato licenziato dopo nove mesi.

10. La “visione” è fondamentale. Una delle decisioni più forti che assunse Zuckerberg agli albori del social network per antonomasia, fu quella di rifiutare un’offerta di un miliardo di dollari per vendere Facebook. La sua visione di “connettere il mondo” non poteva essere accantonata a favore di soggetti terzi.

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