Il 2024 non comincia nel modo migliore possibile per Apple, con una disputa che coinvolge il colosso di Cupertino e il servizio di posta elettronica HEY.
La piattaforma in questione, lanciata da Basecamp nel giugno del 2020, propone un’app per diversi sistemi operativi, tra cui figurano anche macOS e iOS. Se all’epoca del lancio HEY ha avuto grosse difficoltà a far accettare il client sullo store ufficiale, oggi il problema si è riproposto per un’app che funge da calendario.
Stiamo parlando di un servizio integrato al client di posta, un’app autonoma che consente di gestire il proprio calendario in sinergia con HEY. La nuova applicazione, lanciata la scorsa settimana, è stata però bloccata da Apple.
Nella giornata di sabato infatti, il co-fondatore di HEY David Heinemeier Hansson ha comunicato il blocco attraverso il proprio account X. Ma perché Apple insiste con questo tipo di comportamento?
Il precedente del 2020 e la commissioni di Apple per accettare un’applicazione sull’App Store
Il colosso tecnologico richiede che le app consentano ai consumatori di iscriversi al servizio ed eventualmente pagare l’abbonamento, se necessario. Se gli utenti pagano tramite acquisti in-app, Apple ottiene infatti una commissione che può arrivare al 30%. Per questo motivo, alcune piattaforme tendono a prediligere l’apertura di un account esternamente all’App Store, come avviene con Spotify e Netflix.
HEY e la relativa app, però, impediscono la registrazione al servizio direttamente dall’app, causando di fatto una perdita economica per Apple. Nel 2020, in occasione del lancio del client di posta, le due società erano scese a compromessi, con la possibilità di scaricare e utilizzare l’app con un ID e un’e-mail, per poi pagare il servizio attraverso il browser. La situazione di stallo, però, si è presentata di nuovo con la pubblicazione della nuova app.
In un post sul blog, Hansson sostiene che diverse app come Google Calendar hanno accessi controllati da persone che pagano per il servizio al di fuori dell’ecosistema Apple. Inoltre, afferma che Apple utilizza un ID iCloud per fornire un abbonamento a una suite di app.
In ogni caso, Hansson si è detto ottimista per trovare un compromesso con Apple che, dal canto suo, non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito.