Nel segmento smart home, uno degli strumenti più apprezzati a livello mondiale per creare automazioni e far dialogare dispositivi che, di norma, non potrebbero colloquiare è certamente Home Assistant. Home Assistant è una piattaforma software open source progettata per la gestione e l’automazione di dispositivi e servizi domotici. La sua funzione principale è quella di fungere da hub centrale, consentendo l’integrazione e il controllo di una vasta gamma di dispositivi e protocolli.
Chi utilizza Home Assistant può allestire una smart home offline ovvero fare in modo che i dispositivi intelligenti possano scambiare informazioni in locale, senza più appoggiarsi al cloud e quindi svincolandosi dagli ecosistemi dei rispettivi produttori.
Home Assistant offre un’interfaccia utente intuitiva, supporto per l’automazione avanzata e un ampio ventaglio di plugin, che consentono l’espansione delle funzionalità della piattaforma.
Cosa sono i plugin o integrazioni di Home Assistant
I plugin di Home Assistant, chiamati anche integrazioni o componenti, rivestono un ruolo fondamentale nel rendere la piattaforma potente e flessibile. Questi software aggiuntivi sono come tessere di un puzzle che permettono al sistema di comunicare con dispositivi e servizi di diversi produttori, seguendo gli standard più disparati.
Quando uno specifico dispositivo smart non è supportato direttamente da Home Assistant, la prima cosa da fare è guardare appunto ai plugin: singoli sviluppatori e l’intera comunità tendono infatti ad assicurare il supporto di tutti i prodotti che si possono trovare oggi sul mercato.
Prima puntata: Haier ordina il ritiro di un plugin per Home Assistant, minacciando ritorsioni legali
Haier è una multinazionale di elettrodomestici ed elettronica di consumo che vende un’ampia gamma di prodotti con i marchi General Electric Appliances, Hotpoint, Hoover, Fisher & Paykel e Candy. Come altri produttori, anche Haier ha a catalogo tutta una serie di prodotti smart: l’applicazione dedicata hOn consente di accedere alle funzionalità connesse di tutti questi dispositivi.
Tramite app si possono attivare il controllo remoto, la ricezione di notifiche in tempo reale provenienti dagli elettrodomestici, gestire attraverso un unico spazio digitale e una stessa interfaccia il forno, la lavatrice, l’asciugatrice, il frigorifero, i condizionatori d’aria, la cantinetta per il vino e altro ancora. L’applicazione e i dispositivi Haier si integrano con Alexa e Google Home, “parlando” anche attraverso gli speaker collegati.
Lo sviluppatore tedesco Andre Basche, che ha realizzato dei plugin per abilitare l’integrazione dell’app hOn in Home Assistant, ha comunicato di aver ricevuto una diffida da parte di Haier. L’ufficio legale della filiale europea dell’azienda contesta a Basche lo sviluppo di due integrazioni per Home Assistant. “Nello specifico, i plugin utilizzano i nostri servizi in modo non autorizzato, causando un danno economico significativo alla nostra azienda“, si legge nella comunicazione che Haier avrebbe fatto pervenire allo sviluppatore. “Prendiamo molto sul serio la protezione della nostra proprietà intellettuale e chiediamo di cessare e desistere immediatamente da tutte le attività illegali legate allo sviluppo e alla distribuzione di questi plug-in“.
Il testo della diffida, così come pubblicato da Andre Basche, autore dei plugin oggetto di contestazione.
Violata la proprietà intellettuale?
I plugin realizzati dal programmatore tedesco sono open source (il sorgente è pubblicato sul repository GitHub corrispondente) ma non è chiaro quali porzioni di codice violino la proprietà intellettuali di Haier. Nella diffida condivisa dal programmatore non è infatti presente alcun riferimento specifico al codice dell’applicazione.
Ad ogni modo, la minaccia di una vertenza legale ha indotto Basche a gettare la spugna: su GitHub conferma che provvederà a chiudere entrambi i repository indicati dall’ufficio legale di Haier, nel giro di qualche giorno.
Nel frattempo è cominciata a montare la protesta: diversi osservatori ritengono l’approccio di Haier eccessivamente aggressivo e parlano di un’occasione persa per valorizzare i propri prodotti. D’altra parte, i plugin in questione – dopo la notizia dell’azione intrapresa dalla società cinese – sono stati sottoposti a fork oltre 230 volte. Ciò significa che altrettanti soggetti hanno utilizzato il lavoro di Basche per avviare progetti derivati. Un po’ per provocazione, un po’ per non perdere definitivamente quanto realizzato.
Seconda puntata: Haier Europe è disponibile al dialogo
Nella sua Takedown FAQ, lo sviluppatore Andre Basche ha pubblicato il contenuto delle comunicazioni con i responsabili di Haier Europe. Una delle più recenti è una risposta firmata dall’Head of Brand and IOT dell’azienda che sottolinea il suo impegno nel supportare i progetti legati al mondo dell’Internet delle Cose.
La parte più importante dell’email (tradotta dall’inglese) è la seguente: “di recente, abbiamo osservato un aumento sostanziale delle chiamate AWS attribuibili al plugin (sviluppato da Basche), che ha portato alla comunicazione che avete ricevuto in precedenza come protocollo standard per la nostra azienda, ma come già detto, siamo impegnati nella trasparenza e fortemente interessati a collaborare con voi non solo per ottimizzare il vostro plugin in linea con i nostri obiettivi di controllo dei costi, ma anche per cooperare nel servire meglio la vostra comunità“.
In altre parole, Haier sostiene che la diffida è una sorta di “prassi” ma che l’azienda è disposta a dialogare e collaborare in modo costruttivo a tutela degli interessi di entrambe le parti.
Leggendo le FAQ elaborate da Basche si capisce anche quale è, verosimilmente, il motivo del contendere. I plugin per Home Assistant realizzati dal programmatore tedesco interpellano i server cloud AWS ai quali si appoggia Haier ogni 5 secondi. “È un po’ eccessivo“, ammette, spiegando di aver chiesto ad Haier quale valore preferisce venga utilizzato.