Secondo quanto riferito da ABC News, si stanno verificando alcuni attacchi hacker inquietanti che riguardano i robot aspirapolvere Ecovacs Deebot X2. I casi, registrati in diverse città, hanno visto i dispositivi letteralmente ribellarsi ai proprietari, urlando insulti agli stessi e infastidendo gli animali domestici.
A quanto pare, fatti del genere sono accaduti lo scorso mese di maggio in Texas, California e Minnesota, con l’abituale sistema di comunicazione dei robot in qualche modo sovrascritto dalla voce (apparentemente di un adolescente) che urla insulti razzisti. In tutti i casi, dopo il ripristino dei dispositivi vittime degli attacchi, questi sono tornati a funzionare regolarmente.
Ecovacs ha confermato una violazione della sicurezza e, dai primi dati raccolti, quanto avvenuto sembra più che altro collegato ad eventi sporadici e non a una campagna su vasta scala. La compagnia ammette di aver individuato un’intromissione ai propri sistemi attraverso un’azione definita come di “credential stuffing“.
Come ridurre i rischi di attacchi hacker sui robot aspirapolvere (e non solo)
L’attacco sembra essere arrivato da un IP definito come di origine anomala. Ciò lascia trasparire una certa abilità da parte dell’hacker, che avrebbe dunque offuscato la sua posizione in modo efficace. In passato alcuni ricercatori di sicurezza hanno già contattato Ecovacs per segnalare potenziali intromissioni sui robot aspirapolvere: un rischio che sembra però essere stato sottovalutato.
Sebbene questo evento sia considerabile come una burla, in realtà i rischi effettivi sono di molto grandi. Molti modelli di robot sono infatti dotati di telecamere e, potenzialmente, gli hacker potrebbero di fatto spiare dentro le abitazioni degli utenti.
Allo stato attuale, gli utenti svolgono un ruolo fondamentale per rendere i propri dispositivi smart più sicuri. Come ricordano gli esperti di sicurezza, effettuare gli aggiornamenti tempestivamente può risultare fondamentale per evitare situazioni spiacevoli. Un altro tipo di dispositivo considerato potenzialmente a rischio sono i letti smart, come sostenuto da una recente ricerca.