Vi ricordate i predecessori degli smartphone? Si chiamavano PDA (Personal Digital Assistant) ed erano utilizzati principalmente per la gestione di contatti, calendari, attività e appunti, e potevano anche includere funzionalità evolute, come la connessione a Internet e la possibilità di eseguire applicazioni di base. Compatti e portatili, i PDA erano dotati di un display e di una tastiera fisica. Alcuni esempi noti? Il Palm Pilot e i dispositivi della serie Microsoft Pocket PC.
Un ricercatore e maker ha pubblicato le istruzioni pratiche per creare, nel 2024, il proprio PDA ricorrendo a una semplice scheda Raspberry Pi Zero 2 W e alla tastiera fisica recuperata da un vecchio BlackBerry.
HackberryPi: come creare un terminale portatile con Raspberry Pi Zero e la tastiera di un BlackBerry
Avreste mai pensato di realizzare un dispositivo portatile utilizzando una scheda Raspberry Pi Zero dal costo di pochi euro? Il progetto HackberryPi mette nelle mani dei maker di tutto il mondo uno strumento per avviare Linux da un prodotto compatto e maneggevole, dotato di un piccolo schermo a colori.
Il cuore del dispositivo, come accennato in precedenza, è una scheda Raspberry Pi Zero 2 W affiancata a due batterie ricaricabili e intercambiabili. Grazie a questa configurazione, l’utente può cambiare rapidamente la batteria in uso quando la carica è bassa, eliminando ogni preoccupazione in termini di autonomia.
HackberryPi integra uno schermo TFT da 4 pollici con risoluzione pari a 720×720 pixel, tre porte USB (una a sinistra e due a destra), uno slot per l’inserimento di schede di memoria TF, un indicatore LED e un connettore di ricarica da 1A. La tastiera, riportata in auge da un BlackBerry ormai defunto, non registra alcun input fintanto che non si premere l’interruttore posto nella parte inferiore del dispositivo.
Come creare il dispositivo HackberryPi in proprio
Attenendosi alle istruzioni pubblicate su GitHub, è possibile realizzare il proprio dispositivo HackberryPi. Gli schemi di collegamento disponibili variano a seconda che si scelga di usare una tastiera BlackBerry Q10 o Q20.
Il design proposto consente di sostituire le batterie in meno di 10 secondi, senza spegnere il dispositivo (quindi senza interruzione dell’alimentazione). Per il progetto, si usa una coppia di batterie Nokia BL-5C, facilmente reperibili in tutto il mondo.
Il case del dispositivo può essere realizzato ricorrendo a una stampante 3D: su GitHub si trovano i modelli in formato STL per creare le varie parti in plastica.
HackberryPi supporta sistemi operativi come Raspberry Pi OS, anche se possono essere caricati e utilizzati anche Kali Linux e RetroPi. Suggeriamo di fare riferimento a questo video YouTube per verificare come funziona il dispositivo.
Cyberdeck basati su Raspberry Pi: cosa sono
Il progetto HackberryPi va ad aggiungersi alle molteplici proposte di Cyberdeck in circolazione. Il termine Cyberdeck affonda le sue radici all’inizio degli anni ’80. Fu allora, infatti, che cominciò a prendere piede il connubio tra informatica e fantascienza.
La letteratura cyberpunk, di cui un autore come William Gibson, con il suo celebre romanzo Neuromancer (1984), fu uno dei massimi esponenti, introdusse proprio il concetto di cyberdeck. Erano dispositivi immaginari utilizzati dai personaggi delle opere letterarie per interagire con una realtà virtuale, accedere a reti informatiche e hackerare sistemi. Questi dispositivi erano spesso rappresentati come piccoli terminali portatili o indossabili che permettevano agli utenti di “navigare” e manipolare ambienti digitali.
All’inizio degli anni ’80, i computer portatili erano ancora in fasce. I primi laptop e terminali portatili stavano emergendo come strumenti per l’informatica personale e professionale. La combinazione di hardware compatto e le capacità di networking iniziavano a prendere forma, sebbene fossero strumenti ancora primitivi rispetto agli standard odierni.
Il concetto di cyberdeck rappresentava una visione futuristica dei dispositivi ultraportatili, come PDA prima e smartphone/tablet poi, che oggi tutti conosciamo. Ecco, HackberryPi sembra proprio strizzare l’occhio a quella cultura cyberpunk da cui tutto ebbe inizio.