Guai per Bluey-GPT, l'IA che racconta le storie della buona notte

Piattaforme come Bluey-GPT potrebbero andare incontro a problemi legati a privacy e legalità: ecco di cosa stiamo parlando.

Il clamoroso boom di ChatGPT ha aperto la strada per tanti altri chatbot legati all’Intelligenza Artificiale che, in molti casi, si presentano agli utenti come “specializzati” in un determinato settore.

Stiamo parlando, per esempio, del controverso Bluey-GPT, una piattaforma creata allo scopo di raccontare le storie della buona notte ai bambini, plasmando le favole in base ai gusti dell’ascoltatore. Nonostante possa sembrare un’idea curiosa e interessante, in molti hanno sollevato preoccupazioni legali ed etiche rispetto all’utilizzo di questo chatbot.

Bluey-GPT, per esempio, ad ogni sessione chiede nome ed età ai bambini, oltre ad alcune informazioni sulla sua giornata per creare una storia più coinvolgente possibile. Tutto ciò, tenendo conto che si sta parlando di minorenni, può essere problematico sotto il punto di vista della privacy.

Anche se esistono diverse app specifiche in grado di creare favole, queste in genere utilizzano materiale scansionando ciò che è disponibile gratuitamente sulla rete, senza fare domande un po’ troppo “invasive” agli utenti. Tali software creano anche illustrazioni attraverso i sistemi di IA, raccontando a voce le storie che creano.

Bluey-GPT e altri sistemi simili mettono a rischio la privacy dei più piccoli e non solo

L’operato di Bluey-GPT e di queste app, però, è anche potenzialmente a rischio cause legali. Secondo l’avvocato Xuyang Zhu dello studio legale Taylor Wessing, nel Regno Unito i nomi di alcuni personaggi e altre informazioni riprodotte dall’IA sarebbero in realtà protette da copyright.

In un rapporto di Zhu, lo stesso spiega come “Il diritto d’autore può essere violato se un personaggio viene replicato in un altro contesto in modo da riprodurre abbastanza di questi aspetti“. Tutto ciò è considerabile per tutti i GPT che, molto spesso, vanno a lavorare in una zona d’ombra tra ciò che è disponibile liberamente a tutti e contenuti protetti da copywirght.

Se alcune app capaci di raccontare storie ai bambini (come Oscar, Once Upon a Bot e Bedtimestory.ai) utilizzano personaggi generici o di dominio pubblico, altri sistemi sembrano spingersi un po’ troppo oltre. Vi è poi il dubbio lecito da parte di alcuni genitori, che l’IA proponga davvero qualcosa di adatto ad utenti così giovani.

A livello etico, in fine, l’abuso di Bluey-GPT potrebbe andare a minare un momento che, da tempo immemore, i genitori condividono con i propri figli.

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