Guai in vista per Anthropic: usati libri protetti da copyright per addestrare IA

Tre autori americani puntano il dito contro Anthropic: per addestrare Claude usati quasi 200.000 libri protetti da copyright.
Guai in vista per Anthropic: usati libri protetti da copyright per addestrare IA

La compagnia Anthropic, attiva nel contesto dell’Intelligenza Artificiale, è stata citata in giudizio da tre autori americani. A quanto pare, la stessa avrebbe utilizzato in modo improprio centinaia di migliaia di libri per alimentare Claude, il suo chatbot IA.

I tre giornalisti e autori Andrea Bartz, Charles Graeber e Kirk Johnson si sono mossi legalmente sostenendo che Anthropic ha utilizzato un set di dati open source, noto come The Pile. Questo, al suo interno, include un pacchetto di circa 196.640 libri chiamato Books 3. Alcuni di essi sono di autori alquanto conosciuti come Haruki Murakami e Stephen King.

I legali di Bartz, a tal proposito non hanno dubbi: Anthropic avrebbe addestrato Claude tramite Books 3, con la consapevolezza che questo set includeva libri piratati. Per gli avvocati, la compagnia avrebbe guadagnato miliardi di dollari attraverso tale pratica, andando a ledere i diritti degli autori dei suddetti libri.

In seguito alla richiesta di danni nei confronti della società, Anthropic a confermato che la causa è in corso, non volendo però commentare quanto accaduto.

Non si tratta della prima grana legata al copyright per la compagnia. Negli scorsi mesi è stata Universal Music a muoversi legalmente, visto che Anthropic sembra aver utilizzato in modo improprio i testi di circa 500 canzoni protette da diritti d’autore. Anche in questo caso, il fine della società era quello di addestrare Claude.

La questione copyright e IA resta alquanto delicata e Anthropic non è di certo l’unica società a dover fare i conti con guai a livello legale. Lo scorso mese di marzo, per esempio, Nvidia è stata citata in giudizio da altri tre autori americani. Il caso più clamoroso in tal senso resta però la causa del New York Times nei confronti di OpenAI e Microsoft.

Fonte: gigazine.net

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