Il grafene è uno di quei materiali innovativi dei quali più si è parlato nel corso degli ultimi anni. Il grafene verrà utilizzato per realizzare batterie capaci di offrire grande autonomia con elevati standard di sicurezza.
Si è consumato tanto inchiostro e si sono utilizzati tanti byte per descrivere le principali proprietà del grafene ma ancora oggi le applicazioni pratiche risultano ben poche. Il quadro non cambierà fintanto che il grafene non potrà essere prodotto a basso costo e in volumi importanti.
Nel frattempo i ricercatori continuano a presentare dimostrazioni pratiche mettendo in evidenza come l’utilizzo del grafene sia destinato a rivoluzionare interi settori. Quello dell’IT sicuramente.
Gli accademici dell’Università di Cambridge raccontano che si possono ottenere vantaggi sostanziali in termini di capacità e durata degli hard disk usando il grafene come rivestimento protettivo dei piatti.
L’attuale strato protettivo è fatto di carbonio e viene apposto immediatamente al di sopra degli strati magnetici che immagazzinano i dati. Un sottile strato di materiale lubrificante permette di aiutare il movimento delle testine che si spostano sui piatti per le operazioni di lettura e scrittura.
Usando il grafene insieme alla tecnologia HAMR (Heat-Assisted Magnetic Recording) sulla quale tanto ha scommesso ad esempio Seagate sarà possibile memorizzare molti più dati nello stesso spazio: i ricercatori parlano di 4-10 TB per pollice quadrato (circa 6,5 cm2).
Lo strato di grafene ridurrebbe inoltre la corrosione dello strato magnetico fino all’80% attenuando attrito e usura così da aumentare l’affidabilità e l’aspettativa di vita degli hard disk.
Anche le unità a stato solido (SSD) offrono performance nettamente migliori, i dischi fissi magnetomeccanici continuano a rappresentare un’ottima scelta per i sistemi che non devono essere frequentemente trasportati grazie al costo a gigabyte ancora molto più contenuto.