Una delle pioniere indiscusse dell’informatica, tra le prime programmatrici nella storia degli elaboratori elettronici, è Grace Hopper. Nata il 9 dicembre 1906 a New York City, è famosa per il suo lavoro ruolo fondamentale nello sviluppo dei linguaggi di programmazione. Pur vantando una lunga carriera nella Marina USA (raggiunse il grado di contrammiraglio), Hopper ha sempre contribuito al mondo dell’informatica fino al momento della pensione.
La Hopper è una delle prime persone a sviluppare un compilatore, uno strumento che traduce in linguaggio macchina il codice scritto in un linguaggio di programmazione ad alto livello. Il suo lavoro ha reso la programmazione più accessibile, permettendo ai programmatori di scrivere codice in linguaggi più vicini a quello naturale piuttosto che in linguaggio macchina o assembly.
L’informatica, matematica e militare statunitense ha poi ricoperto un ruolo cruciale nello sviluppo del linguaggio di programmazione COBOL (Common Business-Oriented Language), uno dei primi linguaggi di programmazione di alto livello progettato per essere indipendente dalla macchina e utilizzato principalmente in ambito commerciale. COBOL è ancora utilizzato in molti sistemi aziendali e governativi. L’anno scorso IBM presentò il suo sistema automatizzato per trasformare il codice COBOL in Java usando l’intelligenza artificiale.
Hopper è famosa anche per aver coniato il termine debugging in riferimento alla rimozione di errori dal codice di programmazione. La storia narra che il termine è nato quando un vero insetto (una falena) venne trovato incastrato in un relè di un computer Mark II su cui stava lavorando, causando un malfunzionamento. Hopper e il suo team rimossero l’insetto, effettuando di fatto un “de-bugging” il sistema. Da lì nacque un’espressione che oggi è utilizzata comunemente.
NSA pubblica la copia integrale di una lezione tenuta da Grace Hopper: guardate cosa diceva
Il 19 agosto 1982, l’allora capitano Grace Hopper tenne una lezione per i dipendenti della National Security Agency (NSA) dal titolo “Future Possibilities: Data, Hardware, Software, and People”. In un raro esercizio di trasparenza, la NSA ha appena rilasciato una copia digitale di quella storica lezione, mettendo a disposizione del pubblico un documento prezioso che offre uno spaccato unico sui primi sviluppi della protezione delle informazioni e sulle prospettive future del settore.
L’intervento di Hopper risalente a 42 anni fa rappresenta una vera e propria pietra miliare perché analizzò le sfide che il progresso tecnologico avrebbe potuto porre in termini di sicurezza informatica, fornendo al contempo una visione lungimirante su come le persone, insieme all’hardware e al software, sarebbero dovuti evolvere per affrontare tali ostacoli.
Nonostante i limiti tecnologici del tempo, NSA ha riconosciuto l’importanza di preservare quella lezione per le generazioni future. La registrazione originale era conservata su due nastri AMPEX da 1’, un formato ormai obsoleto che richiedeva attrezzature specializzate per il recupero. Per risolvere il problema, la NSA ha chiesto l’assistenza della National Archives and Records Administration (NARA): gli esperti sono riusciti a recuperare il materiale e a trasferirlo in un formato accessibile, permettendone così a revisione e la pubblica divulgazione.
Un prezioso pezzo di storia da oggi accessibile al pubblico
La condivisione della storica lezione tenuta dalla Hopper offre un punto di vista unico su un momento cruciale nella storia dell’informatica e della sicurezza delle informazioni. Questo documento non è solo un tributo alla grandezza di una delle menti più brillanti del XX secolo, ma anche un’opportunità per esplorare i fondamenti della protezione dei dati in un’epoca in cui l’informatica era ancora nelle sue fasi iniziali.
La lezione di Grace Hopper è ora disponibile nella sezione Historical Releases della pagina dedicata alle “Iniziative di Declassificazione e Trasparenza della NSA“. Questi documenti rappresentano un’importante risorsa per studiosi, professionisti e appassionati di storia della tecnologia, offrendo spunti preziosi su come le sfide affrontate dai pionieri come Hopper abbiano gettato le basi per le tecnologie che oggi diamo per scontate.
La visione di Grace Hopper sul futuro dell’informatica
Nei due video pubblicati su YouTube (prima parte, seconda parte) Hopper esplora temi fondamentali che riguardano non solo lo sviluppo dei computer, ma anche l’impatto della tecnologia sulla società e l’importanza di gestire efficacemente l’informazione.
Hopper inizia il suo discorso ricordando l’importanza storica del primo grande computer digitale USA, un progetto della Marina utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo computer, operato da personale della Marina, rappresenta una pietra miliare nella storia della computazione e Hopper sottolinea l’importanza di riconoscere il ruolo della Marina in questi sviluppi, contrastando le rivendicazioni di altre divisioni militari che hanno cercato di appropriarsi di questi successi.
L’evoluzione della tecnologia e il suo impatto sulla società
Hopper fa un parallelo tra l’impatto rivoluzionario del Modello T di Henry Ford e i primi sviluppi dell’industria informatica. Il Modello T non solo ha cambiato il modo in cui le persone si spostavano, ma ha anche creato un’intera infrastruttura intorno ad esso: strade, stazioni di servizio, centri commerciali e persino sobborghi. Allo stesso modo, Hopper vede i primi computer come l’inizio di una trasformazione altrettanto profonda, destinata a rivoluzionare la società.
Tuttavia, Hopper avverte dei pericoli di concentrarsi esclusivamente sull’hardware, come è successo con l’auto, trascurando il sistema più ampio di gestione dell’informazione. Questo parallelismo storico serve come un avvertimento: proprio come la società ha ignorato la gestione del trasporto nel suo complesso, rischiamo di commettere lo stesso errore concentrandoci troppo sui computer stessi, senza considerare l’importanza cruciale del flusso e della gestione dell’informazione.
Con l’aumento esponenziale dei dati e la crescente domanda di accesso istantaneo a queste informazioni, Hopper esprime preoccupazione per il modo in cui queste risorse sono gestite. Critica l’approccio dell’epoca, che spesso privilegiava la risoluzione di problemi superficiali (il cosiddetto “squeaky wheel“) a discapito di un’analisi più approfondita del valore reale delle informazioni.
Il costo delle informazioni errate
Un altro punto cruciale del discorso di Hopper riguarda il costo potenziale delle informazioni errate all’interno dei sistemi informatici. Utilizzando l’esempio di un file personale contenente informazioni errate, Hopper spiega come anche una piccola percentuale di errori possa avere conseguenze finanziarie significative, incluse potenziali problematiche legali. Hopper esorta a mantenere un elevato livello di precisione nelle informazioni gestite dai sistemi informatici. La negligenza in questo ambito potrebbe portare a costi enormi e inaspettati.
Hopper sottolinea che, senza una chiara comprensione dei costi associati a informazioni errate, le organizzazioni non possono fare stime precise su quanto investire nella correzione di tali errori. Questo porta a un dilemma gestionale: quanto dovremmo spendere per garantire che le informazioni siano accurate? Hopper suggerisce che solo comprendendo pienamente questi costi potenziali possiamo prendere decisioni informate sulla gestione dei nostri sistemi informatici.
Sfida allo status quo: il pericolo del “si è sempre fatto così”
Uno degli aspetti più memorabili del discorso di Hopper è la sua feroce critica al conservatorismo e alla resistenza al cambiamento. La frase “si è sempre fatto così” è, secondo Hopper, una delle più pericolose che si possano sentire in un contesto informatico. Questo modo di pensare non solo ostacola l’innovazione, ma può anche portare a inefficienze e problemi significativi quando si affrontano nuove sfide tecnologiche.
Hopper incoraggia fortemente il suo pubblico a sfidare il modo in cui le cose sono state fatte in passato, a mettere in discussione tutto e a esplorare nuove possibilità con una mente aperta.
Il futuro dell’informatica: sistemi di computer interconnessi
Guardando al futuro, Hopper prevede che la potenza di calcolo non sarà ottenuta semplicemente costruendo computer più grandi e veloci, ma piuttosto attraverso la creazione di sistemi di computer interconnessi. Paragona questa idea alla saggezza storica degli agricoltori che, per spostare oggetti pesanti, non cercavano di far crescere un bue più grande, ma semplicemente aggiungevano un altro bue.
Questo concetto di “sistemi di computer” rappresenta una delle intuizioni più avanzate di Hopper. Piuttosto che affidarsi a una singola macchina potente, l’idea è di distribuire il carico di lavoro tra più unità, ognuna delle quali può contribuire alla soluzione di problemi complessi. Questa visione è particolarmente rilevante oggi, nell’era del cloud computing e dei sistemi distribuiti, nei quali la potenza di calcolo è spesso ottenuta combinando le risorse di molteplici macchine.
L’importanza del problem solving pratico
Hopper conclude il suo discorso sottolineando l’importanza di un approccio pratico e pragmatico alla risoluzione dei problemi. Utilizzando un modello fisico (come i Tinker Toys) per visualizzare e progettare sistemi complessi, Hopper dimostra quanto sia cruciale comprendere e visualizzare il flusso delle informazioni e le connessioni tra i diversi sistemi.
Questo approccio pratico non solo aiuta a risolvere problemi tecnici, ma rende anche più facile spiegare concetti complessi a coloro che potrebbero non avere una formazione tecnica, come dirigenti o responsabili decisionali. Hopper insiste sull’importanza di rendere la tecnologia accessibile e comprensibile, sottolineando che la comunicazione chiara e la visualizzazione sono strumenti essenziali per la gestione efficace dei sistemi informatici.
L’eredità di Grace Hopper
Deceduta il 1° gennaio 1992, Hopper vive ancora oggi attraverso le sue idee straordinariamente lungimiranti, che rimangono incredibilmente rilevanti e attuali. La sua visione del futuro dell’informatica non è solo una celebrazione della tecnologia, ma un richiamo alla necessità di gestire con saggezza e responsabilità le risorse informative.
L’eredità di Grace Hopper continua a ispirare nuove generazioni di programmatori, scienziati e leader, ricordandoci l’importanza di guardare sempre avanti, affrontare le sfide con coraggio e non smettere mai di innovare.
Per il suo straordinario contributo alla sicurezza e agli interessi nazionali degli Stati Uniti, nel 2016 il Presidente Obama le conferì postumamente la Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti.
Hopper affermò: “la cosa più importante che ho fatto, oltre a costruire il compilatore, è formare i giovani. Vengono da me e mi chiedono, ‘Pensi che possiamo farlo?’ Io dico, ‘Prova.’ E li supporto. Hanno bisogno di questo. Li tengo d’occhio mentre crescono e li stimolo a intervalli regolari affinché non dimentichino di rischiare”.
Credit immagine in apertura: Computer History Museum (CHM, licenza, pagina Flickr).