La rinascita di Intel dovrà necessariamente passare, secondo le mire dei vertici aziendali, anche attraverso le nuove GPU di seconda generazione. Si chiamano Battlemage, sono progettate per farsi largo nel mercato dei sistemi desktop e, secondo una fonte sudcoreana legata alla filiera produttiva delle GPU Intel, dovrebbero arrivare al massimo entro dicembre 2024.
A supportare le voci ci sono alcuni indizi emersi nelle ultime settimane, tra cui la comparsa in rete di una slide di presentazione delle GPU Arc di nuova generazione. Materiali di questo tipo solitamente precedono di poco il lancio ufficiale.
Ancora più significativo è il recente “avvistamento” di due schede grafiche ASRock B580 su Amazon, con specifiche dettagliate e immagini del prodotto. Tra i dettagli trapelati figurano 12 GB di memoria GDDR6 su bus a 192 bit, clock fino a 2,8 GHz, 8 linee PCIe 5.0.
Fonte dell’immagine: Amazon
Prestazioni e obiettivi di mercato per le schede basate su Intel Battlemage
A dispetto dell’entusiasmo, le GPU Battlemage potrebbero riuscire a competere direttamente con le schede di fascia alta AMD e NVIDIA destinate al segmento gaming.
Secondo le fonti orientali, Intel sembra determinata a orientarsi sulle applicazioni AI e funzionalità video avanzate, come il supporto per i codec di nuova generazione. In un altro articolo ci siamo chiesti se il 2025 sarà l’anno del riscatto per Intel. Certamente i piani dell’azienda guidata da Pat Gelsinger mirano in primis a colmare il gap sul versante AI, accumulato nell’ultimo biennio.
La crescente domanda di schede grafiche per gestire carichi di lavoro AI potrebbe offrire nuove opportunità. Se le GPU Battlemage riusciranno a mettersi in evidenza in questo ambito, Intel potrebbe cominciare a ritagliarsi una nicchia competitiva nel mercato desktop.
In arrivo le sovvenzioni statali per Intel: ben 11 miliardi di dollari
Al momento in cui scriviamo, Intel sembra non aver ancora festeggiato in borsa. Tuttavia, nella giornata odierna è giunta la conferma dell’accordo raggiunto con il governo USA.
Tramite il CHIPS and Science Act, confluiranno nelle casse di Intel ben 7,86 miliardi di dollari. Inoltre, la società di Gelsinger si aggiudica una commessa da 3 miliardi di dollari nell’ambito del programma Secure Enclave del Dipartimento della Difesa.
Come se non bastasse, Intel beneficerà di garanzie sui prestiti e di crediti d’imposta sugli investimenti qualificati, pari al 25% di un investimento del valore previsto di circa 100 miliardi di dollari.
I fondi del CHIPS Act saranno destinati a sostenere le attività di produzione di semiconduttori e packaging avanzato in Arizona, dove si trovano i moderni stabilimenti Fab 52 e Fab 62; in New Mexico, sede delle infrastrutture di packaging più avanzate di Intel; in Ohio, dove Intel costruirà i futuri stabilimenti produttivi; in Oregon, principale hub di ricerca e sviluppo per i semiconduttori.
I progetti in questione rappresentano un pilastro fondante del piano di Intel per sviluppare e assemblare chip con tecnologie di processo all’avanguardia. Gelsinger ha fatto presente che con il nodo Intel 3 già utilizzato in massa e con Intel 18A previsto per l’anno prossimo, l’azienda è in grado di tornare a produrre chip di punta sul suolo statunitense. Senza quindi più appoggiarsi a realtà orientali come TSMC.