I GPT sono strumenti utili, che permettono di sfruttare l’Intelligenza Artificiale a nostro vantaggio. Pensare che questi possano risolverci ogni problema nella vita, però, può costare molto caro.
Un test effettuato nel contesto degli GPT presenti sul marketplace di OpenAI che trattano investimenti finanziari, ha evidenziato come tutti falliscano nel loro intento. Di fatto, l’IA non sembra in grado di valutare se un singolo titolo è da considerarsi come economico o costoso.
Una semplice domanda come “Qual è il titolo tecnologico più costoso?” sembra mandare in crisi i GPT, che offrono risposte desolanti. Nel contesto finanziario, questa domanda fa riferimento a diversi parametri di valutazione delle azioni.
Il parametro più comune in questo contesto è il P/E, ovvero il prezzo dell’azione diviso per gli utili generati da una società. In poche parole, nulla che non si possa comprendere anche con studi minimi su questo ambito.
GPT e investimenti finanziari? I tempi non sono ancora maturi
I GPT tendono ad aggirare la questione, fornendo risposte approssimative e complete. Tutto ciò è allarmante, in quanto si tratta delle basi della finanza.
Nonostante ciò, risulta interessante che il comportamento sia universale. Ciò significa che questa lacuna è relativa alla fase di pre-addestramento effettuato da OpenAI.
Se l’IA confonde il termine “costoso” con il prezzo vero e proprio dell’azione, anche andando più nello specifico non risulta efficace. Chiedendo dati riguardo il “P/E più alto” i GPT falliscono nuovamente, affermando di non avere sufficienti dati in tempo reale.
Con un’IA collegata alla rete e con tante possibili fonti che offrono informazioni istantanee, tale risposta risulta alquanto deludente. Tutto ciò dimostra come, sebbene i GPT siano molto utili, stiamo parlando di strumenti ben lungi dall’essere perfetti.
Oltre a queste imprecisioni, a quanto pare, il GPT Store deve fare i conti anche con altri problemi, come il proliferare di spam e contenuti che violano le politiche della piattaforma.