Google ha trovato una forma per risolvere una causa avviata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nello scorso mese di gennaio.
La procedura faceva riferimento ad alcune condotte pubblicitarie e non del colosso di Mountain View ritenute dal governo americano come anticoncorrenziali e illegali. Per evitare il processo vero e proprio, nella giornata di ieri Google ha accettato di risarcire il Dipartimento, mettendo dunque fine alla disputa.
L’azienda, dal canto suo, ha sempre negato le accuse, sostenendo come la concorrenza nel settore pubblicitario è in forte aumento e come Google abbia comunque sempre seguito le regolamentazioni vigenti. Inoltre, la compagnia ha sottolineato come, proprio in un settore così competitivo, i governi non dovrebbero essere partecipi della sfida tra aziende.
In merito alla risoluzione della disputa, però, Google ha riconosciuto come pagare i danni in anticipo può risultare più conveniente sia lato economico che per quanto riguarda l’immagine. Ma di che cifra stiamo parlando?
Google e Governo USA: ecco la cifra che ha offerto il colosso tecnologico
La cifra proposta da Google per ripagare i mesi di indagini del Dipartimento di Giustizia sembrano essere poco meno di un milione di dollari. Una cifra che, sebbene per un comune cittadino può sembrare enorme, per un colosso tecnologico è molto bassa.
Non solo: proprio per far fronte alle numerose cause legali, Google (e altre aziende tecnologiche) stanziano un fondo apposito, utile per riappianare eventuali dispute.
Nonostante ciò, non è scontato che il governo americano accetti i danni e chiuda la procedura. Secondo Mark Lemley, professore presso la Stanford Law School, la cifra richiesta potrebbe in realtà essere molto più alta. Al momento il Dipartimento di Giustizia non ha rilasciato comunicazioni ufficiali in merito.
Come già accennato, non è di certo né la prima né l’ultima volta che Google si trova ad avere a che fare con i tribunali. Giusto qualche settimana fa, per esempio, le autorità francesi hanno inflitto una multa da 250 milioni di euro alla società a causa delle modalità di alimentazione dell’IA Gemini.