Vi ricordate il progetto Google Desktop Search? Si trattava di software gratuito che permetteva di avviare operazioni di ricerca all’interno dei contenuto dei file memorizzati sul personal computer. Lanciato nel 2007 fu poi ritirato da Google circa quattro anni dopo, a metà settembre 2011.
In un’epoca in cui tutti i “big” dell’IT stanno cercando di diffondere il concetto del “tutto sul cloud” (tanti sono i servizi di storage che permettono di conservare e sincronizzare file su server remoti: Come spostare foto e file da Dropbox a Google Drive), Google potrebbe tornare però a lanciare uno strumento simile a Desktop Search integrandolo – questa volta – con l’universo dei suoi servizi fruibili attingendo “alla nuvola”.
Come spiegato nella descrizione del brevetto depositato da Google presso il competente ufficio negli Stati Uniti, la società starebbe lavorando ad un nuovo strumento di ricerca che combina le risorse pubbliche già indicizzate con il materiale pubblicato dall’utente sui servizi cloud di Google e con il contenuto dei file salvati in ambito locale.
È questa la novità: spinta dal comportamento tenuto da Microsoft in Windows 10 e già mostrato da Canonical con la distribuzione Linux Ubuntu, Google potrebbe avere in mente di “unificare” le ricerche combinandone i risultati indipendentemente dal fatto che le informazioni provengano dal web, dai servizi cloud (Drive in primis) o dagli hard disk dell’utente.
Google chiederà l’autorizzazione all’utente per indicizzare i suoi file e per collegare il suo materiale, disponibile offline, con l’immensa mole di dati già automaticamente catalogati. Il nuovo strumento per la ricerca sarà utilizzabile non solo dai sistemi desktop ma anche dai device mobili in modo da trovare istantaneamente le informazioni che interessano.
Non è ancora chiaro in che modo possa funzionare la ricerca integrata di Google ma è lecito aspettarsi che il browser Chrome possa avere un ruolo centrale.