La recente alluvione in Emilia-Romagna ha evidenziato la necessità di discutere maggiormente dei pericoli legati al cambiamento climatico e di prevenirli anche sfruttando le tecnologie di ultima generazione, a supporto della popolazione mondiale. A impegnarsi su tale fronte è anche Google che, giusto in queste ore, ha annunciato l’estensione territoriale del sistema Flood Hub, piattaforma basata sull’intelligenza artificiale che monitora le minacce di alluvione e fornisce previsioni per tali eventi.
Stando all’annuncio del CEO Sundar Pichai, ora Flood hub supporta un totale di 80 Paesi grazie alle recenti aggiunte, tra Paesi africani, della regione Asia-Pacifico, europei, sudamericani e del centro America. Si parla, concretamente, di 460 milioni di persone in più coperte da questo sistema, avvertite in anticipo nel caso in cui possano verificarsi inondazioni. Al momento, dunque, Google sta monitorando oltre 1.800 località nei bacini fluviali e opera cercando di limitare i danni economici degli alluvioni, stimati attorno ai 10 miliardi di dollari in tutto il mondo in un anno.
A sei mesi dal debutto di Flood Hub e dell’IA di casa Google, ora l’azienda è all’attivo per rendere disponibili le informazioni di Flood Hub anche su Ricerca e Maps, cosicché la popolazione possa accedere molto più facilmente alle statistiche relative ai livelli di pericolo dei fiumi e delle coste. Sia chiaro, però, che a oggi la Grande G sfrutta un sistema capace esclusivamente di tracciare le inondazioni fluviali e non inondazioni improvvise o eventi costieri. Ciononostante, il gigante statunitense ha confermato di essere al lavoro per supportare anche tali fenomeni, combinando i modelli idrologici e modelli di inondazione per prevedere le aree potenzialmente colpite e la profondità dell’acqua.
Per quanto riguarda l’Italia, la copertura di Flood Hub è ancora molto limitata dal momento che il sistema si limita a mantenere sotto la lente i principali corsi d’acqua del nostro Paese.
Oltre alle inondazioni, l’azienda sfrutta anche l’intelligenza artificiale e le immagini satellitari per tracciare gli incendi e allertare le persone in pericolo. Questo sistema, però, a oggi risulta operativo solamente in Messico, Stati Uniti, Canada e regioni dell’Australia.