Google e Sun Microsystems avrebbero potuto sviluppare assieme il sistema operativo Android. Lo si apprende dalla documentazione aggiornata che Google ha presentato dinanzi al giudice nella causa che vede la società di Mountain View impegnata a smontare le accuse mosse da Oracle.
Il materiale cartaceo prodotto da Google contiene una serie di interessanti informazioni che dipingono i rapporti con Sun, acquisita ufficialmente da Oracle nel mese di gennaio 2010. Secondo quanto rivelato dall’azienda di Larry Page e Sergey Brin, ad un certo punto Sun era addirittura orientata a concedere in licenza l’utilizzo dei suoi 2.000 brevetti legati alla tecnologia Java dietro il versamento, da parte di Google, di una somma pari a 28 milioni di dollari.
“I negoziati tra Sun e Google, tuttavia, non proseguirono per una motivazione non legata all’accordo economico“, si legge. “Sia Google che Sun desideravano un più ampio controllo sullo sviluppo di Android; Google intendeva rendere la piattaforma più aperta mentre Sun pensava di imporre delle restrizioni che la nostra azienda riteneva incompatibili con la filosofia opensource“.
Secondo Google l’azienda non sapeva se stesse violando qualche brevetto altrui dal momento che mai da Sun giunsero minacce di azioni legali. Ed in ogni caso, sempre secondo Google, non vi sarebbe mai stata l’intenzione di sfruttare indebitamente la proprietà intellettuale di altre società.
C’è però un’e-mail, molto contestata, che potrebbe rimescolare le carte in tavola se fosse acquisita come “prova” nel corso del processo. Il messaggio di posta elettronica, firmato dall’ingegnere Google Tim Lindholm, metteva in guardia il responsabile del progetto Android spiegando che la società doveva negoziare una licenza per la tecnologia Java.
Nel suo documento, Google ha poi svelato che sia Oracle che Sun lavorarono sullo sviluppo di un sistema operativo destinato ai dispositivi mobili. “Solo quando Oracle comprese di non possedere le competenze per costruire il suo “telefono Java”, decise di mettere in atto il piano B ovvero questa vertenza“, sostiene Google.
L’azienda di Page e Brin, inoltre, ha precisato che a partire dalla prossima versione di Android (4.0 “Ice Cream Sandwich“), il cui lancio è previsto per la giornata di domani, non ci saranno più tracce del codice oggetto delle contestazioni di Oracle.
La posizione di Oracle resta diametralmente opposta: per la società di Larry Ellison Google non poteva non conoscere le violazioni di brevetto delle quali si stava rendendo protagonista. La società, infatti, ha assunto ben 100 ex-impiegati Sun. Secondo la tesi di Oracle un simile “esercito” di persone non poteva non aver informato i vertici di Google in materia di licensing.
L’udienza è fissata per il prossimo 31 ottobre anche se potrebbe slittare per un problema legato alla sovrapposizione di più processi.