La ricetta che Google applica per proporre una pagina Web piuttosto che un’altra in risposta a un’interrogazione avanzata dall’utente sul suo motore di ricerca è per larga parte segreta. Webmaster, consulenti SEO, tecnici che operano da anni sul Web conoscono però le linee guida principali, che restano immutabili nel tempo, e raccolgono le informazioni che Google condivide periodicamente per capire come evolve l’algoritmo di ranking.
Con un aggiornamento che sarà a breve applicato sulle pagine dei risultati del motore di ricerca, Google inizierà ad elencare diversi fattori o motivi per cui visualizza in quella posizione una pagina Web specifica.
La ricerca di Google mostrerà i termini che ha abbinato alla ricerca dell’utente e alla pagina Web selezionata e proposta tra i risultati. L’azienda di Mountain View spiegherà se “la classifica” è stata influenzata dai link provenienti da altri siti, se i risultati dispongono di immagini correlate alla ricerca effettuata, se ci sono ragioni geografiche per il posizionamento del risultato e altro ancora.
Le informazioni, accessibili cliccando sui tre puntini mostrati a destra di ciascun risultato offerto dal motore di ricerca, sono pensate per gli utenti non tanto per i webmaster e in generale per i gestori dei siti Web.
Il riquadro “About this result” infatti offre una conferma all’utente del fatto che un risultato sia stato selezionato autonomamente da Google e non si tratti di un messaggio pubblicitario.
I tre puntini accanto ai risultati delle ricerche non sono ancora presenti nella versione italiana del motore di ricerca perché Google ha scelto di partire in via sperimentale dagli Stati Uniti e solo se l’utente ha optato per l’utilizzo della lingua inglese.
Impostando l’inglese nelle preferenze del motore e utilizzando una VPN con server di uscita negli USA abbiamo voluto provare in anteprima la nuova funzionalità.
Con i nostri test e le query di prova che abbiamo inviato Google non ha fornito molti dettagli sul motivo per cui una pagina web è stata selezionata: nella stragrande maggioranza dei casi il riquadro “About this result” si limita a mostrare una breve scheda del sito e quando è stato indicizzato per la prima volta dai crawler.
In ottica futura, però, Google dovrebbe esporre le seguenti informazioni:
– Termini di ricerca che appaiono nel risultato. Google mostrerà quali termini sono stati abbinati alla query e al contenuto della pagina Web. Le corrispondenze non si limitano al contenuto visibile ma possono anche essere termini rilevati nel codice HTML come il tag del titolo o altri metadati.
– Termini relativi alla ricerca stessa. Google svelerà anche i termini correlati all’esatta query dell’utente che hanno indotto il motore a selezionare una pagina specifica.
– Altri siti web con termini di ricerca collegabili al risultato. I backlink sono fortemente utilizzati da Google come fattore di ranking e la nuova funzionalità ne è un’ulteriore conferma. Link ricevuti da siti autorevoli che trattano argomenti simili sono ben visti da Google e possono influenzare positivamente il posizionamento.
– Immagini contenute nella pagina. Google verifica se le immagini presenti nella pagina sono attinenti alla query di ricerca. In caso di corrispondenza lo farà presente.
– Lingua in cui sono pubblicati i contenuti. Google favorisce le pagine che ospitano contenuti scritti nella lingua preferita dall’utente che sta usando il motore di ricerca.
– Geolocalizzazione per valutare la rilevanza dei risultati. Il motore di ricerca può utilizzare la posizione degli utenti, la posizione del sito e la query per determinare se un contenuto sia verosimilmente più rilevante per una regione specifica.
Nello stesso riquadro Google pubblicherà una serie di suggerimenti per le ricerche: passando il puntatore del mouse sulle parole sottolineate si possono ricevere consigli su come restringere i risultati della ricerca.
Esperti SEO, webmaster, responsabili del marketing desiderano da sempre sapere perché Google mostra un insieme specifico di siti Web nelle prime posizioni una data query.
A breve l’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin offrirà qualche indizio in più. Naturalmente non si tratta di informazioni dettagliate ma si otterrà comunque conferma dei fattori principali usate per “catalogare” una qualunque pagina Web.
Della novità e delle sue principali implicazioni Google parla in questa nota da poco apparsa sul blog dell’azienda.