Tutti i tentativi di imporre a Google il versamente di una “tassa” per la ripubblicazione, anche parziale, dei contenuti prodotti dai vari editori sono falliti miseramente. Nonostante in Italia l’idea di far pagare Google per la riprosizione, sui vari suoi servizi, degli stralci di contenuti editoriali non sembra essere ancora definitivamente tramontata (Anche l’Italia prova a tassare Google News?) il colosso di Mountain View sembra aver voluto raggiungere a metà strada alcune importanti realtà europee.
Google, è risaputo, maltollera l’utilizzo di leve normative nei confronti, soprattutto se si tratta di provvedimenti legislativi “ad hoc”. Dopo l’approvazione di una norma anti-Google in Spagna, la società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha preferito chiudere completamente il servizio “News”. A stretto giro, si sono registrati i piagnistei di quegli stessi editori che avevano proposto di tassare Google per la ripubblicazione di parte dei loro contenuti e che, dopo la chiusura di Google News, lamentavano traffico in calo sulle loro testate.
Nel nostro articolo Anche l’Italia prova a tassare Google News? abbiamo a suo tempo spiegato perché si tratta di provvedimenti folli, assolutamente controproducenti.
Nel frattempo, Google ha appena confermato di essersi accordata con otto editori europei. Tra questi c’è la testata italiana La Stampa oltre a grandi nomi come Financial Times, Guardian, El Pais e Die Zeit.
La società statunitense ha infatti messo sul piatto 150 milioni di euro per il prossimo triennio di attività: l’idea è quella di promuovere il giornalismo di qualità grazie anche ad un nuovo modello di business che permetta di monetizzare più efficacemente le attività editoriali sul web.
Purtroppo, almeno allo stato attuale, non vengono citate iniziative a favore dei piccoli editori e delle tante realtà indipendenti. Per adesso Google sembra voler tendere la mano verso le grandi realtà editoriali, alcune delle quali da tempo spina nel fianco per l’azienda.