Google, attraverso una lettera firmata dal presidente esecutivo Eric Schmidt, ha risposto alle eccezioni sollevate dall’Unione Europea, “in zona Cesarini”. Scadeva infatti tra poche ore il termine ultimo che era stato fissato da Joaquin Almunia, Commissario europeo col portafoglio della Concorrenza. A Google veniva richiesto di cambiare il suo comportamento aprendosi alle prescrizioni fissate in sede europea rispondendo con proposte concrete a quattro punti ad elevata criticità riguardanti questioni correlate al possibile monopolio del mercato delle ricerche online (vedere l’articolo Concorrenza: ultimatum a Google dall’Unione Europea).
Schmidt, nella risposta firmata Google, che ha inviato alla Commissione Europea, offre la ricetta del colosso di Mountain View per la risoluzione di ciascuna delle aree oggetto di critica. Al momento c’è massimo riserbo sulle soluzioni proposte ma da Google si assicura che tutte le richieste avanzate all’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin sono state attentamente soppesate.
Secondo Greg Sterling, analista presso Opus Research, delle quattro problematiche citate da Almunia (visualizzazione di link e riferimenti ai servizi di Google nelle pagine del motore di ricerca, riproduzione di contenuti che appaiono su altri servizi di ricerca, stipula di accordi pubblicitari in esclusiva con alcuni siti, portabilità delle campagne pubblicitarie sulle piattaforme concorrenti), ve ne sarebbe solo una che Google potrebbe risolvere con difficoltà. Si tratta della prassi seguita dalla società statunitense che tende ad integrare sempre più i propri servizi accessori con le pagine esposte dal motore di ricerca.