Vinton Cerf, uno dei “padri” della rete Internet (classe 1943, insieme con Bob Kahn, inventò il meccanismo alla base del funzionamento del protocollo TCP/IP), la scorsa settimana aveva riferito dell’interesse di Google nel registrare alcuni nuovi domini di primo livello (TLD; top-level domains). L’ICANN, ente no-profit che – tra i numerosi incarichi correlati alla rete Internet – provvede ad assegnare indirizzi IP ed a svolgere un’attività di gestione dei nomi a dominio di primo livello, aveva annunciato, lo scorso gennaio, di iniziare ad accettare la registrazione di domini “personalizzati”. Accanto ai consueti .com, .net, .org, .it
, presto, potremmo iniziare a vedere domini .google, .docs, .youtube
e .lol
. Questi i TLD enumerati da Cerf nel suo intervento sul blog ufficiale di Google.
La società di Mountain View dovrebbe sborsare 185.000 dollari per ogni singola richiesta di registrazione. Se è chiaro in che modo utilizzerà i domini di primo livello .google, .docs
e .youtube
, meno chiaro è quale sarà il destino del .lol
. Cerf si è limitato a dichiarare che il .lol
ricade tra quei TLD che Google ritiene possano essere interessanti ed avere un grande potenziale.
Qualcuno ritiene che stia iniziando una nuova era per il cybersquatting. Detta anche domain grabbing, il cybersquatting è una pratica con cui una persona fisica od un’azienda mirano ad accaparrarsi nomi a dominio corrispondenti a marchi altrui. L’obiettivo è quello di trarne una fonte di reddito nel momento in cui l’altra parte fosse intenzionata ad acquisire la proprietà del dominio. Ovviamente si tratta di un modus operandi scorretto e pericoloso dal momento che l’azienda titolare del marchio può agire in giudizio chiedendo la riassegnazione del dominio e l’eventuale risarcimento dei danni.
Gli esperti, però, temono che il fenomeno possa ripresentarsi anche nel caso dei domini di primo livello. Nonostante la registrazione di un TLD non sia alla portata di tutti (è necessario versare una somma pari a 185.000 dollari), alcune grandi aziende potrebbero accaparrarsi denominazioni particolarmente appetibili con l’intento di rivenderle successivamente a terzi.