Questa settimana Google ha messo a segno l’acquisizione di Phonetic Arts, una società inglese specializzata nello sviluppo di tecnologie capaci di utilizzare una normale registrazione vocale per la generazione di una voce sintetizzata, prodotta dal personal computer, che ricorda molto da vicino quella umana. I sistemi messi a punto da Phonetic Arts sono in grado di “catturare” le caratteristiche della voce originale, registrata da microfono, estrapolandone le peculiarità relative a timbro, cadenza e ritmo così da “riciclarle” per produrre una voce sintetizzata molto fedele a quella precedentemente registrata.
Come risultato si otterrà una macchina (un personal computer) in grado di leggere qualunque testo così come se si trattasse della persona la cui voce è stata oggetto di registrazione.
Com’era prevedibile, in Rete si sono susseguite le valutazioni di coloro che si chiedono in che modo Google vorrà impiegare tale tecnologia. Molti osservatori tornano a ripetere l’adagio “don’t be evil” coniato da Sergey Brin, uno dei fondatori dell’azienda, per significare l’intenzione di Google di non utilizzare mai i dati degli utenti in modo non conforme e comunque di mantenere sempre un comportamento leale e cristallino.
Già oggi Google dispone di così vasta mole di dati – provenienti da servizi differenti – che, incrociati tra di loro, possono essere utilizzare per comporre un ritratto molto dettagliato di una persona.
Esattamente un anno fa Matteo Flora, in occasione del lancio del servizio “Google DNS“, aveva spiegato come una società quale Google, almeno sulla carta, possa essere in grado di stilare una carta d’identità “a tuttotondo” dei suoi utenti, con un livello di profilazione senza pari (va comunque precisato che tale attività è esclusa dalle stesse policies dell’azienda).
Flora ricorda, nel suo video, come sebbene non venga effettuata un’attività di profiling in senso stretto, le informazioni come quelle raccolte dagli utenti che utilizzano i DNS di Google possano essere sfruttate per stabilire, ad esempio, quali software vengono utilizzati da un utente. Se questi è collegato da un IP che risulta loggato su Google Gmail o su altri servizi della “nube” della società di Mountain View, è teoricamente possibile abbinare tali dati ad un account specifico.
L’acquisizione di una realtà qual è Phonetic Arts ha scatenato una ridda di pronostici su ciò che potrebbe iniziare a bollire nel pentolone di Google. Combinate con i nuovi servizi di telefonia VoIP dei quali si sta dotando il colosso americano (si pensi a Google Voice, ancora indisponibile in Europa), le tecnologie per la sintesi vocale potrebbero rivoluzionare il modo di gestire le comunicazioni. In che modo ciò avverrà non è al momento dato sapere.