Il processo antitrust del Dipartimento di Giustizia contro Google attualmente in svolgimento si sta rivelando – come già accaduto in situazioni simili – un’occasione per apprendere informazioni “segrete” sui giganti della tecnologia.
Nelle ultime ore, ad esempio, è emerso che l’accordo tra Apple e Google relativo al motore di ricerca predefinito su iPhone e non solo si traduce per la prima in un incasso pari al 36% del totale dei ricavi generati dalle ricerche condotte sul browser Safari. La notizia arriva dalle pagine digitali di Bloomberg.
Perché Apple è coinvolta nel caso antitrust contro Google
Come già sottolineato in questo approfondimento, il nome dell’azienda di Cupertino è spuntato fuori perché l’iPhone – il suo dispositivo di punta – è lo smartphone di maggior successo negli Stati Uniti e utilizza Google come motore di ricerca predefinito.
Per tenersi stretta questa posizione indubbiamente privilegiata, Big G verserebbe circa 20 miliardi di dollari ogni anno nelle casse di Apple (circa il 15% dei profitti annuali totali della stessa). Un accordo che prevede tali cifre e che vede coinvolte due aziende del calibro di Apple e Google non poteva che attirare l’attenzione del Dipartimento di Giustizia.
L’accusa rivolta a Google è di comportamento anticoncorrenziale. Pagando la cifra sopraindicata, il colosso di Mountain View non consentirebbe in alcun modo ai motori di ricerca concorrenti di essere davvero competitivi. È di questa opinione Satya Nadella, CEO di Microsoft, la stessa azienda che ha provato – senza ottenere alcun risultato – a vendere Bing proprio ad Apple.
Al processo ha testimoniato anche Eddye Cue, capo dei servizi Apple, e ha affermato che Google è il motore di ricerca predefinito su iPhone (ma anche iPad e Mac) perché è l’opzione migliore e non esiste un’alternativa valida.
Nel caso in cui Google dovesse perdere la causa (e potrebbe succedere), l’accordo con Apple dovrà obbligatoriamente essere rivisto.