Una notizia che, nei giorni scorsi, è passata quasi sotto silenzio in Italia come all’estero è la volontà di Google di iniziare ad indicizzare le applicazioni Android o meglio il loro contenuto.
Basta “leggere fra le righe” per capire quanto sia importante questo progetto, al quale i tecnici di Google lavorano ormai da due anni.
Google è in primis un motore di ricerca. È nato come tale e lo è sempre stato non rinnegando mai la sua “anima” ed anzi integrandola il più possibile, via a via, nei vari servizi lanciati nel corso degli anni.
L’azienda di Larry Page e Sergey Brin, pur se impegnatissima su Android e sui progetti satellite, ha da tempo rilevato un rischio: le informazioni contenute nelle app tipicamente sfuggono all’indicizzazione e non posso essere oggetto di ricerca da parte degli utenti.
I tecnici di Google hanno quindi fatto in modo che i contenuti delle app Android di tipo informativo possano essere rilevati ed automaticamente indicizzati dal motore di ricerca (ne abbiamo parlato nei giorni scorsi nell’articolo Google cerca all’interno delle app e le invia in streaming).
Essendo la società che gestisce in proprio Google Play, la società di Mountain View dispone, memorizzato sui suoi server, di un patrimonio di grandissimo valore. Google, infatti, conserva sui suoi server i pacchetti d’installazione, in formato APK, di circa 1,6 milioni di applicazioni (ed il dato è riferito appena a luglio 2015).
L’azienda fondata dal duo Page-Brin ha quindi tutto il potenziale (oltre che l’infrastruttura tecnica e le competenze) per scandagliare il contenuto di tale enorme archivio di applicazioni Android.
Dal momento che il “mobile” fa segnare un trend positivo ed il numero dei dispositivi Android utilizzati a livello planetario cresce vertiginosamente, i vertici di Google hanno ritenuto d’importanza cruciale cominciare ad indicizzare i contenuti delle app Android. L’indicizzazione dei contenuti delle applicazioni viene effettuata lato server, entro l’infrastruttura di Google ed i risultati vengono poi resi pubblici sul motore di ricerca tradizionale.
Se si stanno cercando informazioni specifiche che sono contenute in app Android, Google le mostrerà nelle pagine dei risultati (SERP) ad ogni singola interrogazione.
La società statunitense, inoltre, abbatterà un’ulteriore barriera: anziché visualizzare il pulsante Installa (che permette di installare l’app Android, se “loggati” con il proprio account, sul dispositivo mobile in uso), addirittura Google permetterà di provare l’app Android senza installarla.
A tal proposito, in queste ore sono emersi ulteriori dettagli sul funzionamento dello streaming delle app Android.
Come funziona lo streaming delle app Android
Abbiamo detto che – oltre a visualizzare, nei risultati delle ricerche, le informazioni contenute nelle app (informazioni evidentemente inserite e gestite dagli sviluppatori) – Google permetterà di effettuare lo streaming delle app Android indicizzate.
Ciò significa che l’azienda d’Oltreoceano consentirà di avviare virtualmente un’app Android da browser web senza installarla sul dispositivo mobile ed eventualmente senza neppure disporre di un dispositivo mobile.
Google sta insomma lavorando ad un “Web of Apps“, un web fatto di applicazioni in cui quella divisione marcata che sino ad oggi separava le ricerche web dal contenuto delle app non esisterà più.
Per il momento, l’accesso al “Web of Apps” di Google e lo streaming delle app Android non sono ancora possibili dall’Italia.
Google ha infatti avviato un “test pilota” negli Stati Uniti coinvolgendo, per ora, soltanto software house sviluppatrici di app Android.
I nomi delle app i cui contenuti sono già indicizzati da Google ed eventualmente proposti nei risultati delle ricerche sono i seguenti.
1) Hotel Tonight
2) Weather Channel
3) Chimani
4) Gormey
5) My Horoscope
6) Visual Anatomy Free
7) Useful Knots
8) Daily Horoscope
9) New York Subway
Non v’è quindi nulla, per il momento, in italiano né in altre lingue eccezion fatta per l’inglese.
Risultati delle ricerche che attingono anche al contenuto delle app Android indicate, inoltre, saranno visualizzati solamente a quegli utenti che utilizzano la versione statunitense del motore di Google.
Per quanto riguarda lo streaming delle app Android e, quindi, la loro fruizione via browser, Google conferma che ciò sarà possibile solo quando connessi ad una rete WiFi veloce.
Niente WiFi? Niente streaming delle app.
Per adesso, inoltre, gli utenti di Apple iOS sono completamente esclusi “dalla partita”.