Chi sviluppa app Android lo sa bene: il valore API Level identifica in modo univoco una specifica versione della piattaforma che viene messa a disposizione dei programmatori.
La pagina con la lista degli API Level indica, ad esempio, che per Android 10 viene utilizzato un API Level 29, per Android 11 API Level 30 e per Android 12 API Level 31. Il framework che Google mette a disposizione per ciascun API Level permette di interagire con il sottostante sistema Android.
L’azienda statunitense ha comunicato che entro e non oltre il 1° novembre 2022 tutti gli sviluppatori dovranno indicare per le loro applicazioni Android uno o più API Level supportati che non siano vecchi più di due anni.
Si tratta di un cambiamento che Google impone per assicurarsi che il software disponibile sul Play Store faccia uso delle ultime caratteristiche in termini di privacy e sicurezza via via integrate in Android. Gli utenti finali saranno così automaticamente protetti dall’installazione di vecchie app che non usano le più recenti e aggiornate misure di sicurezza.
Gli sviluppatori che non adegueranno le loro app entro la data indicata potrebbero essere sottoposti a una serie di penalizzazioni. In ogni caso, le stesse app potrebbero non essere più restituite tra i risultati di ricerca.
Gli interessati potranno chiedere una proroga di 6 mesi se al 1° novembre le loro app non fossero ancora pronte.
Va detto che chiunque usi ancora una vecchia versione di Android sarà comunque in grado di scaricare app destinate a quella release del sistema operativo. Inoltre Google ha spiegato che gli utenti avranno comunque sempre piena facoltà di riscaricare e installare qualsiasi app precedentemente prelevata dal Play Store.
In passato tanti sviluppatori, compresi alcuni “nomi altisonanti” come Facebook e Snapchat, hanno continuato a fare riferimento ad API Level più vecchi: il tentativo era probabilmente quello di eludere le nuove e più restrittive politiche in tema di privacy e sicurezza volute da Google.