Nei prossimi mesi in Europa entreranno in vigore le nuove normative conosciute nel complesso con i nomi di Digital Services Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA). Si tratta di disposizioni destinate a riconfigurare il ruolo di aziende quali Google, Apple e Facebook imponendo una serie di obblighi finora assenti.
Tra le varie novità, i gestori di store online – quindi anche Google Play Store ed Apple App Store – devono accettare e consentire l’installazione di app da altre sorgenti, permettere agli sviluppatori di servirsi di strumenti di pagamento di terze parti nelle rispettive app, consentire il download e l’installazione di file binari da Internet, l’integrazione di applicazioni e servizi digitali di altri soggetti.
Dopo un lungo braccio di ferro con Apple, l’Autorità per i Consumatori e i Mercati (ACM) olandese (Antitrust) ha multato la società di Cupertino per non aver consentito l’utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal suo all’interno delle app pubblicate sul suo store. La questione non è ancora chiusa perché Apple sta resistendo con forza (pur avendo parzialmente modificato le policy dell’App Store) e perché la decisione di ACM riguarda solo una specifica categoria di app.
La decisione dell’Autorità olandese rappresenta comunque la cartina tornasole di un orientamento che in Europa sta decisamente cambiando, nella direzione fissata da DSA e DMA.
Conscia di ciò che sta accadendo ad Apple, Google sembra volersi preparare per tempo e oggi ha annunciato che gli sviluppatori possono inserire nelle app sistemi di pagamento diversi da quello dell’azienda di Mountain View.
L’aggiornamento delle regole per adesso si applica alle app ma non ai giochi: a questo proposito Google fa presente che la modifica verrà estesa anche ai contenuti videoludici entro l’entrata in vigore di DMA. Nonostante la tendenza sia cambiata, i giochi hanno sempre generato più entrate rispetto alle app: ciò spiegherebbe perché Google si sta muovendo con più calma sul versante dei videogiochi per Android.