Dopo una lunga battaglia legale con la Commissione Europea (CE) durata sette anni è arrivata la conferma: Google dovrà pagare una multa da ben 2,4 miliardi di euro. La Corte di Giustizia dell’UE ha respinto l’ultimo ricorso, confermando la multa salata inflitta al colosso tecnologico.
Il primo capitolo di questo lungo processo è datato 2017, quando l’UE aveva accusato Google di posizione dominante nel contesto del suo territorio. Secondo l’accusa, la compagnia di Mountain View attua un monopolio per quanto riguarda le ricerche online, andando a favorire i propri comparatori di prodotti a discapito di quelli della concorrenza. Dopo un primo ricorso non andato a buon fine, è arrivata la condanna definitiva.
Attraverso un portavoce, Google ha commentato quanto avvenuto, sostenendo che la società si è detta profondamente delusa dalla sentenza. Inoltre, lo stesso ha voluto puntualizzare come la sentenza si riferisca a una serie di fattori molto specifici e come, gli stessi, siano stati modificati dal 2017 proprio per andare incontro alle richieste della CE.
Google e il suo rapporto difficile con la Commissione Europea
Secondo quanto sostenuto dalla compagnia, l’approccio che ha assunto negli ultimi sette anni ha generato miliardi di clic per oltre 800 servizi di comparazione degli acquisti. Ciò, stando a Google, dimostrerebbe come la realtà è ben diversa da quanto sostenuto dalla CE.
A rendere ancora più spinosa la situazione vi sono le altre mosse dell’UE per contrastare l’operato di Google entro i suoi confini. Lo scorso mese di giugno, per esempio, la compagnia si è vista infliggere una multa ancora più salata (4,34 miliardi di euro) per l’abuso di posizione dominante nel contesto Android.
Meglio è andata nell’ambito statunitense, quando Google ha trovato un accordo per evitare una maxi multa a causa di condotte pubblicitarie considerate anticoncorrenziali e illegali dal governo americano.