Google.org, il braccio filantropico di Big G, ha dato il via a un nuovo programma chiamato “Google.org Accelerator: Generative AI“. L’iniziativa, finanziata con 20 milioni di dollari in sovvenzioni, coinvolgerà 21 organizzazioni non profit, tra cui Quill.org, che sviluppa strumenti di feedback basati sull’AI per gli studenti, e la World Bank, impegnata nella creazione di un’applicazione di intelligenza artificiale generativa per rendere più accessibile la ricerca sullo sviluppo.
Formazione, mentorship e supporto tecnico per le non profit
Le organizzazioni selezionate parteciperanno a un programma di accelerazione della durata di sei settimane, beneficiando di formazione tecnica, workshop, mentoring e della guida di un “AI coach“. Inoltre, attraverso il programma di borse di studio di Google.org, team di Google lavoreranno a tempo pieno con tre delle non profit coinvolte – Tarjimly, Benefits Data Trust e mRelief – per un massimo di sei mesi, contribuendo al lancio dei loro strumenti di AI generativa.
Tarjimly mira a sfruttare l’intelligenza artificiale per la traduzione linguistica a sostegno dei rifugiati, mentre Benefits Data Trust sta sviluppando assistenti virtuali che aiutino gli operatori ad assistere i richiedenti a basso reddito nell’iscrizione ai benefici pubblici. mRelief, invece, sta progettando uno strumento per semplificare la richiesta dei benefici SNAP negli Stati Uniti. Come sottolineato da Annie Lewin, direttore dell’advocacy globale di Google.org, “l’intelligenza artificiale generativa può aiutare i team che si occupano di impatto sociale a essere più produttivi, creativi ed efficaci nel servire le loro comunità“.
L’adozione dell’AI da parte delle organizzazioni no profit
Secondo un sondaggio di PwrdBy, il 73% delle organizzazioni non profit ritiene che l’innovazione dell’AI sia in linea con le proprie missioni e il 75% pensa che possa semplificare il loro lavoro in aree come la categorizzazione dei donatori, le attività di back-office e le iniziative mission-driven. Tuttavia, persistono significative barriere all’adozione, soprattutto in termini di costi, risorse e tempo.
Un sondaggio di Google.org rivela che, sebbene l’80% delle non profit ritenga l’intelligenza artificiale generativa potenzialmente applicabile al proprio lavoro, quasi la metà non la sta attualmente utilizzando a causa di ostacoli interni ed esterni, citando la mancanza di strumenti, consapevolezza, formazione e finanziamenti.
Un ecosistema in crescita
Nonostante le sfide, il numero di startup non profit focalizzate sull’AI è in aumento. Fast Forward, un acceleratore non profit, riporta che quest’anno oltre un terzo dei candidati alla sua ultima classe erano aziende di AI. E secondo Crunchbase, decine di organizzazioni non profit in tutto il mondo si stanno dedicando ad approcci etici all’AI, come AlgorithmWatch, JoyEducation e Earth05. Iniziative come quella di Google.org possono dare un impulso decisivo a questo ecosistema emergente, abilitando le non profit a sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale generativa per amplificare il proprio impatto sociale.