Il rapporto tra Google e i tribunali, soprattutto quelli americani, non è dei più semplici.
L’ultimo caso che coinvolge la compagnia di Mountain View ha visto un giudice statunitense emettere una sentenza nella giornata di ieri, 23 maggio 2024. Secondo il giudice americano, l’azienda avrebbe promosso le attività del suo app store, Google Play, in modo poco corretto. Nel contesto dell’udienza, il giudice ha spiegato come la compagnia dovrebbe cambiare le proprie politiche, rivoluzionando la sua collocazione nell’universo Android.
Ad aver dato via al processo è stata la denuncia di Epic Games, che accusava il suddetto store di monopolio illegale. Il giudice federale James Donato, di fatto, ha dato ragione ad Epic, che non vorrebbe utilizzare il sistema di pagamento imposto da Google.
Dall’altra parte, Google sostiene che bypassare la propria piattaforma di pagamento comporterebbe una serie di rischi per la sicurezza e danneggerebbe le attività, tanto di sviluppatori software quanto dei produttori di smartphone.
La sfida in tribunale tra Epic Games e Google continua
Questo screzio tra Epic Games e Google non è solo che una piccola battaglia in un contesto molto più ampio. In Australia, infatti, le due aziende si stanno confrontando in un altro processo simile.
Per il suddetto giudice, ovvero James Donato “Google, in quanto monopolista illegale, dovrà pagare alcune sanzioni“. Secondo il giudice, è giunto il momento in cui l’azienda deve allentare la presa sull’ecosistema Android, offrendo maggiore libertà d’azione alle altre entità che operano in questo contesto.
Inutile sottolineare come, se ciò si avverasse, per il sistema operativo mobile sarebbe una vera e propria rivoluzione. Secondo Donato, potrebbe essere richiesto a Google di attuare una serie di progetti e investimenti per modificare in modo sostanziale Android.
Uno degli aspetti maggiormente contestati da Epic è l’attuazione di accordi che tendono a impedire o scoraggiare le aziende per quanto riguarda collaborazioni con piattaforme alternative a Google Play. D’altro canto, per gli store rivali di Amazon e Samsung, per esempio, è da sempre molto difficile convincere gli sviluppatori a portare le proprie app al di fuori dello store ufficiale di Android. James Donato ha anche sollevato alcuni dubbi sul sistema utilizzato dal colosso tecnologico per gestire fatturazione e pagamenti.
Nonostante la posizione difficile dell’azienda di Mountain View, la sentenza non è ancora definitiva. Il giudice, infatti, ascolterà le argomentazioni finali delle due parti nel prossimo mese di agosto ed, eventualmente, comunicherà le sanzioni che dovrà affrontare Google.