L’app Waze, sviluppata dall’omonima startup israeliana acquisita da Google nell’ormai lontano 2013, è stata progettata per essere un navigatore “social” capace di aggiornarsi e offrire suggerimenti in tempo reale sulla base delle segnalazioni degli utenti.
Sebbene alcune delle funzionalità proprie di Waze siano state integrate nel navigatore di Google Maps, le due applicazioni continuano ad oggi ad essere proposte come soluzioni del tutto separate l’una dall’altra: Confronto Google Maps Waze: differenze tra i due navigatori.
Google Maps consente di segnalare incidenti, rallentamenti, lavori in corso, chiusure di corsia, veicoli in panne, oggetti pericolosi sulla carreggiata e anche gli autovelox mobili.
Waze già consente da anni di fare tutto questo e vanta una comunità di utenti particolarmente affezionata che partecipa attivamente inviando segnalazioni precise.
Si possono ad esempio inviare segnalazioni sul traffico (mentre Maps effettua una stima usando i dati provenienti dagli smartphone degli utenti: Come fa Google Maps a calcolare il traffico in tempo reale), segnalare vari generi di pericoli, incidenti, chiusure di corsia, errori sulle mappe, chiedere aiuto (SOS), avviare chat e commentare luoghi, aggiornare i prezzi dei carburanti presso le stazioni di servizio e segnalare postazioni autovelox mobili visibile, nascoste o sul lato opposto.
Fino a qualche tempo fa era possibile segnalare anche la presenza di posti di blocco o la presenza a bordo strada delle forze di polizia, come Google ancora indica in questo documento di supporto. Con la rimozione di questa funzionalità gli utenti stanno usando in ogni caso la segnalazione circa la presenza di autovelox mobili.
La Francia impone un giro di vite su Google Maps, Waze e applicazioni simili
Dal prossimo 1° novembre le app come Google Maps e Waze che sono anche alimentate in crowdsourcing (ovvero utilizzano le segnalazioni della comunità proponendole agli utenti) dovranno attenersi agli eventuali ordini ricevuti dalle Autorità nazionali.
In Francia i prefetti potranno decidere, su richiesta della polizia, di sospendere temporaneamente la localizzazione di alcuni controlli su strada con finalità ben precise. Il Ministero dell’Interno potrà inviare analoga richiesta nel caso di controlli legati al terrorismo o al sequestro di persona.
Le forze dell’ordine comunicheranno agli operatori dei servizi di assistenza alla guida o di navigazione il perimetro delle zone interessate dai controlli che devono essere resi invisibili sulle mappe. Gli operatori dovranno bloccare la trasmissione sulla posizione geografica delle forze di polizia sui terminali dei rispettivi utenti.
Le restrizioni sono comunque limitate nel tempo e nello spazio: si potranno “proteggere” aree con un raggio pari a 10 chilometri fuori dai centri abitati e 2 chilometri nel perimetro urbano. E soltanto per un massimo di 12 ore per i controlli più severi.
Gli utenti potranno continuare a segnalare la presenza di forze dell’ordine senza incorrere in una sanzione ma le informazioni non saranno trasmesse sui dispositivi altrui.
Il mancato rispetto delle prescrizioni comporterà invece due anni di reclusione e una multa di 30.000 euro per i gestori dei servizi.
I controlli di velocità non sono inclusi nel provvedimento poiché riportando sulle mappe la presenza di questi controlli si ottiene il risultato desiderato di far rallentare gli automobilisti.
In Italia, tra l’altro, le postazioni per il rilevamento della velocità (sia fisse che mobili) devono essere sempre evidenziare con il posizionamento di un cartello chiaro e visibile.
Il Ministero dell’Interno francese afferma di aver avviato una collaborazione con i principali sviluppatori delle app che integrano funzionalità di navigazione per auto (vengono citati Waze, Coyote, Garmin, TomTom, Michelin TravelPartner e Glob) per attivare il sistema di scambio di informazioni e gestione delle richieste provenienti dalle Autorità.
Per giustificare il provvedimento, il governo d’Oltralpe fa presente che il 44,4% dei decessi avviene in incidenti con almeno un conducente sotto l’influenza di alcol, droghe o entrambi. Segnalare la posizione di una pattuglia ai bordi della strada ostacola seriamente l’efficacia dei controlli mirati a individuare coloro che osservano comportamenti particolarmente rischiosi.